TRAGEDIA DIETRO LE SBARRE
Giovane trovato morto in cella ai Miogni
Questo il motivo della protesta dei detenuti del carcere di Varese. La presa di posizione del Pd

Un giovane detenuto è morto ieri mattina – lunedì 26 maggio – nel carcere dei Miogni di Varese. Sarà l’autopsia a stabilire le cause del decesso. Per le condizioni nelle quali è stato trovato è possibile che si tratti di suicidio, almeno è quanto emerge da “radio carcere”.
Questi i motivi della protesta dei detenuti che hanno gridato “assassini” e praticato la “battitura” delle sbarre, ieri sera come documentato dal video della Prealpina. La questione delle condizioni di detenzione dei detenuti torna dunque alla ribalta. E, per quanto riguarda Varese, anche quello del tema “nuovo carcere”.
Non mancano le polemiche. Ecco la presa di posizione del Pd, con la segretaria cittadina Manuela Lozza: «Un'altra morte in carcere, proprio a Varese. La cronaca dimostra che nei penitenziari italiani si muore, non di solo suicidio, ma anche per carenze sanitarie. La situazione è vergognosa, indegna di un Paese del G7. Il sovraffollamento e la mancanza di servizi basilari sono intollerabili per chiunque abbia senso civico, o semplicemente umanità. Ma non per questo Governo, a cui dei detenuti e delle loro famiglie non importa assolutamente nulla».
«Qui a Varese poi, investimenti non ne sono previsti: negli ultimi anni niente e all'orizzonte il nulla. L'unica cosa che si è vista sono le inutili sfilate di esponenti del Governo e i soliti inutili slogan. Ma la campagna elettorale è finita da tempo e i detenuti e le detenute continuano a morire nell'indifferenza dell'esecutivo. Anche il DL sicurezza perde l'ennesima occasione per rendere accettabile le condizioni di vita nelle nostre carceri. Come Partito Democratico, ribadiamo che a ogni uomo e donna devono essere garantiti i diritti fondamentali, primo fra tutti quello alla salute, e che condizioni di vita indegne sono terreno fertile per la criminalità, aumentano il rischio di recidiva e di certo non permettono nessun percorso riabilitativo: occuparsi delle persone in carcere vuol dire curare la nostra società» conclude Manuela Lozza
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