L'AVVENIMENTO
Gli uccise la figlia. Lui la perdona
Silvio Pezzotta e Elisabetta Ballarin insieme a dieci anni dalla tragedia. Il motivo? Una borsa di studio di Confcooperative intitolata a Cristina Lonardoni, madre della giovane coinvolta negli orrori delle Bestie di Satana
Si sono guardati a lungo negli occhi, tenendosi per mano.
Lui, Silvio Pezzotta, un padre con una figlia sotto terra, lei, Elisabetta Ballarin, una giovane donna che sta ancora pagando per l’omicidio di Mariangela e che appena cinque mesi fa ha perso tragicamente la madre.
Un groviglio di drammi intersecati che non li avvince da dieci anni. Ed è proprio in memoria di sua madre, Cristina Lonardoni, che l’altro giorno Confcooperative Varese - per la quale Cristina tanto si è spesa - ha bandito la borsa di studio, conferita proprio a Elisabetta.
È stato Pezzotta a consegnargliela nella sede varesina di viale Aguggiari, incontrandola così per la prima volta in forma pubblica (contatti tra loro ce n’erano infatti già stati, ma sono sempre stati tenuti riservati per non spettacolarizzarli né strumentalizzarli). Un gesto che ha ufficialmente sancito quel perdono che dalle sue parole è comunque sempre trapelato.
«Tienila per ricordare la mamma e Mariangela», le ha detto con la voce rotta dal pianto.
«È stato un momento molto emozionante», confida Elisabetta.
«So che per Silvio è stato difficile, lo ha fatto anche per mia mamma e per scuotere le coscienze. Bisogna dare un po’ di speranza anche a chi ha sbagliato, soprattutto se da quel momento in avanti ha sentito il dovere morale di realizzare concretamente qualcosa di buono, di riscattarsi, per se stesso e per rispetto di chi non c’è più. E Silvio lo sa».
Servirà questo ulteriore e significativo passo a convincere il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a concedere la grazia alla ventinovenne?
Per ora dal Quirinale non arrivano risposte.
In ogni caso quello dell’altro giorno sarà un appuntamento che si ripeterà ogni anno, sempre il 9 giugno, giorno del compleanno di Cristina che lunedì scorso avrebbe compiuto cinquantatré anni e che a breve avrebbe conseguito la laurea.
Fu una perdita di monossido di carbonio dalla stufa della sua abitazione di Vergiate, lo scorso 12 gennaio, a ucciderla.
«È stata una donna che ha fatto davvero molto per i numerosi dipendenti delle cooperative per le quali ha lavorato, offrendo un appassionato aiuto rivolto specialmente ai giovani, agli studenti. Ed è stata proprio la scuola, la forza dello studio e del libro, la grande prospettiva di Cristina, negli ultimi anni, come occasione di consapevolezza e di ricerca della verità, ma anche come occasione straordinaria di riscatto sociale», hanno commentato il presidente di Confcoperative Massimo Galli e il direttore Nicola Abalsamo.
La borsa di studio sarà destinata a studenti meritevoli, cooperatori, figli di cooperatori e a chi svolge tesi sul tema della cooperazione.
La domanda dovrà essere presentata entro il 30 aprile.
Si può contribuire al progetto facendo una donazione a un conto bancario: IBAN IT81A0840410801 000 000 002 867, alla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, sede di Varese intestato a Confcooperative Varese - Borsa di Studio "Cristina Lonardoni".
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