LA RIFLESSIONE
I giovani imparino a leggere Nietzsche
La tecnologia non deve spegnere il cervello: il messaggio agli studenti del presidente della Liuc

Viviamo tempi difficili, respiriamo spesso un’aria che non ci piace. Bene, allora, ha fatto il presidente della Liuc, Riccardo Comerio, a richiamare un filosofo per lanciare un messaggio forte ai giovani. Ne ha scelto uno spesso controverso, tosto, ma proprio per questo amato da schiere di ragazzi (una volta era così, adesso non si sa se lo leggono più). La sua frase è di un’attualità spaventosa mentre ci martellano la testa con l’intelligenza artificiale e le altre diavolerie grazie alle quali noi dovremmo alzare bandiera bianca. Non è così, i nuovi strumenti sono facilitatori, sono ottimi compagni di viaggio in quest’epoca che spesso ci appare buia e tempestosa.
LA MODERNITA’ E IL CERVELLO ACCESO
Ma il nocciolo della questione sta nella scuola, nell’università, luoghi - ecco la frase - «dove si formano cittadini e non utili impiegati». Lo diceva Friedrich Nietzsche e lo ricorda il presidente della Liuc. Guai a pensare che modernità significhi mettere in pausa il cervello perché tanto ci sono i computer. È vero l’esatto contrario. Dunque bisogna essere fieri di avere in questa provincia forte ma borbottona due università. Ed è ancora più importante il senso della grande innovazione che unisce l’ateneo castellanzese con la nascita del Mill (sempre nei capannoni ex Cantoni), il progetto degli industriali per rilanciare un territorio che sta facendo fatica a trovare la retta via. Qui c’è la prova provata che il futuro poggia su cittadini responsabili e consapevoli, non utili impiegati, esecutori di compiti descritti da altri. Serve altro per far sì che il laboratorio Varese sia un fiore all’occhiello e un esempio per l’Italia: bisogna mettere il coraggio e l’intuito al servizio dell’impresa, solo così si può sperare in un domani migliore.
UNIVERSITA’, IMPRESA, ISTITUZIONI
Il futuro è stato il leit motiv della cerimonia di inaugurazione con un significativo sottotitolo: università, impresa, istituzioni. Nessuno dei tre soggetti può chiamarsi fuori. In particolare ci sembra utile, in questo momento di confusione politica, richiamare l’attenzione delle istituzioni verso i cittadini per ascoltarli e per creare i presupposti necessari allo sviluppo. Frenare invece di accelerare l’innovazione, cercare sempre di mettere il cappello sopra ogni cosa, perdere di vista la famosa vision, è l’anticamera del fallimento. Ma il nostro territorio è troppo forte per rimanere al palo. Con un po’ di fatica, ma ce la farà.
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