LE MOTIVAZIONI
I giudici sono convinti: «Bertevello sapeva»
Anche l’influencer condannata, secondo la sentenza, era a conoscenza dei piani di aggressione ed estorsione

Calunnie tra giovani spacciatori sullo sfondo delle comunità virtuali dei social network: le motivazioni della sentenza d’appello che ha confermato le condanne a Daniele Del Monte, alla influencer Cristina Bertevello, Mohamed Kassouar, Slimane Kllala, Samuel Monguzzi e Parsfal Xotta sono già state depositate.
Secondo il presidente del collegio milanese Renata Peragallo, «ciascuno degli imputati non solo erano a conoscenza degli intenti di Omar Ampolo», che ha patteggiato tre anni e sette mesi, ma «ha offerto un contributo rilevante dal punto di vista morale o materiale alla commissione del reato».
La storia è nota: a novembre del 2019 Ampolo - che era fidanzato con Cristina - organizzò con la sua gang un’imboscata all’amico Mattia Crosta, colpevole di aver gettato lo stesso Ampolo in pasto a Del Monte, con cui aveva in sospeso debiti per droga. Crosta venne legato a un faggio con le fascette autobloccanti e il nastro isolante tra la vegetazione di Cardano al Campo, poi venne minacciato e picchiato. E mentre il ragazzo era appeso all’albero, quattro degli imputati accompagnarono l’amico di Crosta dalla madre per farsi consegnare 750 euro a titolo di risarcimento per il tradimento. Inutile, scrive il presidente Peragallo, sostenere che nessuno conoscesse i piani di vendetta di Omar Ampolo, «perché è presumibile che se si preleva una persona di notte e la si porta in una zona boschiva isolata la si stia quantomeno minacciando ed essendo andati a casa sua a prendere il denaro è ovvio anche che avessero capito che le minacce fossero volte a estorcere la somma».
Sul coinvolgimento della influencer il collegio richiama il messaggio che la ventiseienne quella notte inviò a un’amica, in cui raccontava l’episodio apostrofando Crosta come infame.
«Sono incredula. Non c’è prova che fossi a conoscenza delle intenzioni di Omar prima che avvenisse il fatto. Io non sapevo nulla. L’ho scoperto a cose fatte. Sono stata coinvolta io e non chi è andato materialmente a prendere il denaro. La verità è che ho fornito il titolo a una vicenda tra sconosciuti che si azzuffano», si sfoga la ragazza.
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