POLIZIA
Il commissario Greco lascia Varese
Dopo oltre cinque anni in città l’attuale capo della Mobile trasferito in Puglia: «Vi porterò nel cuore»

Da quella passeggiata in corso Matteotti, quando vide Varese per la prima volta, sono passati cinque anni e mezzo.
Trascorsi prima alla Volante e poi alla Mobile. Ma ora per il commissario capo Maurizio Greco è arrivato il momento di lasciare la Questura: nei prossimi giorni assumerà l’incarico di dirigente del Commissariato di Manduria.
Per lui, tarantino d’origine, si tratta quindi di un ritorno a casa, dopo essere stato a Parma come agente e a Brescia con i gradi di ispettore, ma dalle latitudini varesine parte con tanti ricordi e un bagaglio di esperienze professionali.
«Ho avuto l’opportunità di conoscere una città accogliente, contraddistinta da un’eleganza sobria e da un tessuto sociale sano e operoso costituito da persone perbene – racconta l’ufficiale della Polizia di Stato -. La collaborazione della collettività non è mai mancata e ha reso più semplice il nostro lavoro. Porto con me il valore di un’esperienza unica e importante della mia vita professionale».
I casi affrontati da dirigente della Mobile sono stati tanti ma basta scorrere le cronache per trovare indagini complesse, alcune finite anche al centro della ribalta nazionale. Quali? Ad esempio, il delitto di viale dei Mille: nel febbraio del 2017 Alberto Biggiogero, considerato il testimone chiave del caso Uva, uccise a coltellate il padre Ferruccio. A metà dell’ottobre scorso, sempre a Varese ci fu il caso della ragazzina sfregiata al volto da uno sconosciuto che poi si dileguò in bicicletta: la Mobile riuscì ad arrestare l’aggressore, un cinquantenne con problemi psichici. E ancora, nel novembre del 2018 ci fu la vicenda del box degli orrori, alle Bustecche, dove quattro ragazzini sequestrarono un coetaneo: furono arrestati e venne contestato, primo caso in Italia, il reato di tortura.
Su quale caso ricorderà più di altri, non si sbilancia: «Non ritengo opportuno stilare una classifica», limitandosi a spiegare che «nel corso di cinque anni sono state molte le soddisfazioni: professionalità nel campo investigativo significa mettere in atto lo stesso impegno per individuare i responsabili di qualsiasi reato, da quelli ritenuti di particolare rilevanza a quelli avvertiti come di minor allarme sociale».
La lista dei ringraziamenti è lunga: dal questore Giovanni Pepè, ai magistrati, ai colleghi, alle altre forze dell’ordine e della società civile. Non c’è ancora ufficialità su chi prenderà il suo posto, si ipotizza un dirigente in arrivo dalla Questura di Torino ma la conferma arriverà nei prossimi giorni. Di certo c’è che per Maurizio Greco, arrivato qui come primo incarico da commissario, si chiude una pagina: «Ho trovato e lascio una squadra composta da donne e uomini altamente professionali alla quale devo dire il grazie più grande per la disponibilità e la competenza mostrate. caratteristiche indispensabili per raggiungere risultati altrimenti non perseguibili. È stato un onore essere il dirigente della Squadra Mobile di Varese e non è retorica dire che porterò l’ufficio e Varese nel mio cuore grazie con gratitudine per gli anni passati in questa splendida città».
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