IL VERDETTO
Gallarate, il processo Mensa dei poveri non trasloca
Anche il filone gallaratese resta nell’aula bunker di Milano

Resta a Milano il cosiddetto filone gallaratese del processo “Mensa dei Poveri”. I giudici della sesta sezione del Tribunale del capoluogo lombardo hanno infatti rigettato istanza di una dozzina di legali di imputati (tra i quali anche il cassanese Angelo Palumbo, la gallaratese Marta Cundari, il bustocco Carmine Gorrasi e la varesina Tigros Spa) presentata oggi, venerdì 10 dicembre, nel corso della prima udienza del processo ordinario in svolgimento nell’aula bunker di Ponte Lambro.
Solo tre imputati, tra cui anche l’ex presidente del Consorzio Arno Rile Tenore Giuseppe Filoni (ma per un solo capo), hanno ottenuto il trasferimento del processo. Per due imputati al Tribunale di Busto Arsizio e, per un terzo caso, al Tribunale di Roma. È stata inoltre respinta l’istanza proposta da altri imputati, tra i quali anche l’ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi, di non fare entrare come parte civile nel processo il Parlamento Europeo. Il collegio della sesta penale del Tribunale ha invece deciso di ammettere la costituzione dei legali di Bruxelles. Esaurite le questioni preliminari, il processo, che ha come imputati anche il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, è ufficialmente partito. Primo atto, la presentazione della lista testi. Ha iniziato il pm Silvia Bonardi, seguita a ruota dai difensori dei 61 imputati. Sarà ascoltato come testimone anche Nino Caianiello, il presunto burattinaio di un sistema di tangenti e appalti pilotati sull’asse Gallarate-Milano, uscito dal processo con un patteggiamento a 4 anni e 10 mesi.
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