IL RINNOVO
Il rifugio di Pian Vadà torna a vivere dopo i vandalismi
Da giugno la struttura in Val Grande sarà nuovamente accessibile, con un sistema di accesso automatico sistemato dopo i danni subiti

I vandali distruggono, il Parco aggiusta. Sono terminati i lavori di riparazione dei danni provocati al rifugio di Pian Vadà, una meta molto amata dagli escursionisti. La struttura, in particolare, aveva subito un atto vandalico che ne aveva compromesso il nuovo sistema di accesso automatico: in pratica si tratta di un dispositivo dotato di una tastierina numerica che semplifica notevolmente l’ingresso alla struttura - si tratta di un rifugio non gestito -, eliminando la necessità di recuperare una chiave e facilitando le modalità di prenotazione. Insomma, un sistema moderno messo in campo per agevolare la fruizione del rifugio agli appassionati della Val Grande. Ma qualche tempo fa è stato vandalizzato. Ora l’Ente Parco annuncia che gli interventi di manutenzione sono terminati e da sabato il rifugio sarà nuovamente accessibile.
IL RINNOVO E LA RIAPERTURA
Si è trattato di un lavoro di manutenzione straordinaria che ha restituito piena funzionalità e sicurezza alla struttura, che è uno dei punti di riferimento più apprezzati dagli escursionisti del versante occidentale del Parco. A partire da giugno il rifugio sarà dunque nuovamente prenotabile online attraverso il sistema BivyPass, che consente di gestire in modo ordinato e trasparente l’accesso alla struttura. Informazioni e modalità di prenotazione sono disponibili sul sito ufficiale del Parco.
UN’OASI DI ACCOGLIENZA
Situato a 1.712 metri di altitudine, tra boschi e ampi panorami, il rifugio di Pian Vadà rappresenta da sempre uno spazio di accoglienza spontanea per escursionisti e amanti della natura. La sua gestione non custodita è in linea con i principi di una fruizione sobria, responsabile e rispettosa dell’ambiente. «La riapertura di Pian Vadà - spiegano dall’Ente Parco Val Grande - è un segnale concreto di attenzione verso la rete dei rifugi e bivacchi alpini. Vogliamo garantire accessibilità e sicurezza, ma anche promuovere una cultura dell’escursionismo fondata sull’autonomia, sul rispetto dei luoghi e sulla consapevolezza di chi li attraversa».
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