LAVORO
Il tessile rinasce e assume
Confindustria Moda: sono 40 i profili richiesti dalle aziende. Al top i laureati in chimica

Sbaglia chi crede che l’industria della moda - quel manifatturiero indispensabile affinché le idee creative degli stilisti italiani famosi nel mondo possano trasformarsi in abiti, scarpe e accessori - sia ormai un settore sul viale del tramonto, legato al passato e con difficoltà a creare occupazione. È uno stereotipo che, a partire dalla provincia di Varese, non sta in piedi.
La verità è che quello che più spesso in provincia si indica come tessile, non solo sta vivendo un momento di rinascita ma è anche alla ricerca di nuove risorse da inserire nelle aziende.
Confindustria Moda, prima della pandemia, aveva stimato un fabbisogno di 48mila nuovi posti di lavoro in Italia entro il 2023. Figure professionali nuove, che sappiano cavalcare i cambiamenti in atto nelle fabbriche. I più ricercati? I laureati in chimica. Nelle loro mani è la produzione sostenibile delle aziende.
«Noi siamo le aziende che lavorano nel dietro le quinte delle sfilate dei grandi brand - sottolinea Paolo Bastianello , presidente del Comitato Education di Confindustria Moda - ma siamo percepiti come un settore vecchio. Non è così ed è necessario che le giovani generazioni lo capiscano e intuiscano le opportunità che possiamo offrire. Oggi nelle nostre aziende serve una grande capacità tecnica che sia in grado di trasformare la creatività in un prodotto. Le figure tradizionali di questo settore restano ma devono essere affiancate da nuove professionalità che hanno radici nella scienza. E al primo posto ci sono chimica e biologia».
La ragione è presto detta. Il primo dogma del tessile del futuro è la sostenibilità e l’economia circolare, accompagnato da digitalizzazione e internazionalizzazione «perché il modo di vendere è cambiato», sottolinea Bastianello.
Le opportunità, insomma ci sono. Le tipologie di profili ricercate spaziano fra professioni più tradizionali come addetti alla cucitura, textile designer, disegnatore tecnico, meccanico di tessitura; professioni più digital rese sempre più urgenti dalla transizione digitale, come E-Commerce manager, digital analyst e supply chain Data Manager; professioni più verticali sul tema della sostenibilità, come manager per sostenibilità ambientale e product life-cycle manager. Infine, le professioni più tradizionali come responsabili delle risorse umane.
Gli imprenditori, anche quelli varesini, iniziavano a dirlo già nel pre Covid, poi la pandemia ha accelerato il processo e le necessità. Sono una quarantina le nuove figure professionali di cui il settore tessile e abbigliamento è in cerca e di cui avrà sempre più bisogno nei prossimi anni.
Ecco perché Confindustria Moda ha ideato i “Fashion Talent days”, in calendario dal 9 all’11 novembre. Un evento on line in cui dieci aziende leader del settore si presentano e illustrano le figure professionali richieste. La provincia di Varese sarà presente con Inticom (Yamamay) e Missoni. Ma ci saranno anche Herno, Ermenegildo Zegna, Loro Piana, Ratti, Saati, Cartier e Otb.
«È importante chiarire che non ci sono lavori di serie A e di serie B - continua Bastianello - Ma anche le famiglie ( che si trovano a consigliare i figli nella scelta del percorso di formazione) è bene che sappiano che nelle nostre fabbriche la ricerca scientifica è costante. Pertanto, scegliere un percorso di formazione tecnica, in modo particolare con gli Its, può davvero rappresentare una assicurazione sul lavoro».
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