DOPO L’ADDIO
Il varesino Paragone: «Ecco perché lascio Italexit»
«Farò il giornalista e saggista». Voci (smentite) sulle Europee

Gianluigi Paragone lascia la politica militante e torna al primo amore: il giornalismo. E, stando almeno alle nostre verifiche, sono state smentite alcune indiscrezioni che lo vorrebbero candidato alle elezioni Europee. Quando gli poniamo la domanda diretta se, questo, è davvero un addio alla politica, la risposta lascia comunque una porta aperta, in futuro: «Ero politico anche quando facevo il giornalista – commenta Paragone – e non ho mai negato una mia lettura dei fatti e nemmeno mi sono mai nascosto dietro all’imparzialità. Il conduttore ha le sue tesi, ma non se la canta e le suona da solo. D’altronde il giornalismo nei talk show è fatto di sapori forti. Sta al cuoco dosarli». E così: «Continuerò a elaborare il mio pensiero nelle vesti che mi sono più proprie, ossia quelle giornalistiche e di saggista. Avendo accresciuto il mio impegno professionale, com’era normale che fosse non volendo campare di politica, non intendo generare confusione nell’elettore, nel telespettatore e nel lettore, laddove guardandomi o leggendomi possa pensare: parla il politico o il giornalista?». Oggi è così. Domani si vedrà.
Libero e Il Tempo
«Scrivo con assiduità su Libero e sul Tempo – aggiunge il dimissionario segretario di Italexit per l’Italia – oltre a essere spesso ospite nelle trasmissioni televisive, dove ho un rapporto con Rete4». In tal senso il suo ultimo libro, intitolato “Moderno sarà lei” ospita la prefazione di Mario Giordano, conduttore di “Fuori dal coro”, proprio sulla rete Mediaset: «Il volume – continua Paragone – sta andando molto bene e ho ancora delle presentazioni organizzate fino a febbraio. Dovrò ritagliarmi il tempo per scrivere il nuovo libro sull’inganno dell’Europa, tornando così su un tema a me caro: la politica».
Nuovi contenitori
Un fuoco, quello politico, che evidentemente arde ancora dentro, nonostante un andamento a due facce di Italexit: buono nei consensi, considerando il poco spazio sui media e che partiva da zero, ma con pochissimi risultati raccolti in termini di seggi.
«Siamo riusciti ad arrivare al 2% a livello nazionale e ho sfiorato l’elezione come consigliere comunale a Milano. Non era facile, pensando a come il vento soffiava nella direzione di Fratelli d’Italia, ovvero una realtà che era nello stesso mercato elettorale di Italexit». Dunque, in Italia, non c’è più spazio per i movimenti nuovi?
«Pensare all’ingresso di nuovi contenitori come il Movimento 5 stelle – aggiunge Paragone – sarà difficile ma in realtà, anche alcune segreterie nei partiti consolidati che hanno interpretato il ruolo in maniera diversa dal passato, sono da considerarsi una novità: penso a Renzi nel Pd, a Salvini nella Lega e alla stessa Meloni. Quando le condizioni diventano favorevoli e riesci a essere presente nel dibattito politico, può avvenire un’esplosione legata a una leadership personale carismatica, così come avvenuto talvolta in questi ultimi anni».
Saluti e ringraziamenti
Infine, una risposta ai militanti varesini che ci sono rimasti molto male per essere stati avvisati, secondo loro, solo a mezzo stampa, dell’addio di Paragone: «In realtà – ribatte lui – ho comunicato le dimissioni ai vertici nazionali e poi ho pubblicato tutto sul sito di Italexit e, dà lì, la stampa l’ha ripreso. Se avessi chiamato prima i varesini rispetto agli organi nazionali, non sarebbe stato corretto. Comunque saluto e ringrazio tutti i militanti prealpini che hanno costruito uno dei gruppi più strutturati e organizzati d’Italia».
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