LE OPERE
In città è rondò-mania
Create o in realizzazione ben dieci rotonde, vero marchio di fabbrica della viabilità in città
Alla fine del mandato Antonelli, le rotonde spuntate sulla scena cittadina saranno dieci. Quasi tutte nuove (solo in due casi si tratta di trasformazioni da provvisorie a definitive) e tutte pensate per smaltire il traffico e renderlo più sicuro.
Fatto sta che nell’ultimo biennio Busto Arsizio è stata pervasa da una vera e propria rondò-mania. Certo si tratta di in territorio grande e complesso, ma neppure facendo le proporzioni con le altre realtà della zona, si trovano Comuni che hanno deciso di investire così tanto su questo tipo di infrastrutture a forma circolare.
Passaggio di testimone
Nell’ex città delle cento ciminiere, invece, si è spinto forte sulla soluzione viabilistica in questione.
D’altronde, già nei mesi precedenti all’insediamento di Emanuele Antonelli e della sua squadra, uno degli ultimi doni dell’esecutivo allora guidato da Gigi Farioli era stato una rotonda, posizionata ai Santi Apostoli, in fondo a via Genova. Per una sorta di passaggio di testimone che successivamente è stato assunto con convinzione.
All’inizio si cominciò con una sola sistemazione ai Tre Ponti, togliendo i new-jersey per mettere un elemento in muratura. E anche in queste settimane avverrà lo stesso a Borsano, dopo aver riscontrato che quel tipo di regolazione del flusso dei mezzi in piazzale Somalia, creato con la plastica, offre le garanzie che la sperimentazione stava proprio cercando.
Dal carrello al cantiere
Ma la vera spinta forte alle rotatorie l’hanno data i supermercati che spesso, per insediarsi, hanno pagato di tasca propria (a volte completamente, a volte in compartecipazione con il municipio) questi cantieri che hanno eliminato i semafori per offrire un sistema di smistamento rivoluzionato.
Il caso di viale della Gloria, quindi della Coop, è certamente il più famoso e dibattuto. Nonostante i mille dubbi, la rotonda sembra funzionare abbastanza bene e nell’ultimo Consiglio comunale, di fronte alle ennesime contestazioni, l’assessore alla sicurezza Max Rogora ha ribadito la bontà della scelta: «Dopo mille parole - ha esclamato - posso dire che quella soluzione fa scorrere le auto ed è anche sicura, perché gli incidenti capitati non sono colpa del rondò, bensì della sola distrazione».
A proposito di market con la “rotondiade”, la Lild inaugurata pochi giorni fa in via Magenta, di rondò per la gestione delle macchine per l’ingresso e l’uscita dal parcheggio ne ha realizzate addirittura due.
Pure su via Lonate, già che si rifaceva l’intero tracciato e si costruiva la maxi-pista ciclabile, si è pensato alla stessa sistemazione laddove si affaccia il Carrfour.
Il progetto più grande
Dieci in tutto, dunque, i progetti che saranno portati a compimento quando il mandato amministrativo (salvo crisi anticipate) sarà concluso. In vista, parlando di rotonde, ci sono le due opere che i titolari del maxi-progetto Mizar andranno a collocare sul Sempione, visto che cinema multisala e attività commerciali e produttive scaricheranno un imponente traffico da gestire con cura.
E poi c’è il progetto più grande e ambizioso, per molti fondamentale: l’eliminazione del semaforo all’altezza del Tribunale, in largo Giardino. Ormai politicamente tutti sono convinti: serve anche lì una rotonda, tanto da aver trovato parte dei soldi necessari in Regione. Perché anche a Milano questa rondò-mania ha fatto breccia.
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