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In passerella sfila il futuro
La filiera della moda fra cambiamenti e innovazione. Le parole chiave: circolarità, digitale, lotta al greenwashing. Tamborini (Smi): «Rigenerazione da guidare»

A pensarci bene, il mondo della moda è già abituato per sua natura a guardare oltre il presente: perché ogni passerella è già una visione in anticipo di quello che indosseremo l’anno prossimo, di gusti, tendenze e ispirazioni future. Un settore forte anche nel Varesotto, sia come griffe sia come contoterzisti che non firmano capi e accessori ma ne sono protagonisti. Oggi l’imperativo è ripensare l’approccio alla sostenibilità, nell’ottica della “rigenerazione” dell’intero settore. Tema al centro del Venice Sustainable Fashion Forum, il Summit ideato e realizzato da Sistema Moda Italia, The European House - Ambrosetti e Confindustria Veneto Est - Area Metropolitana Venezia Padova Rovigo Treviso, con il titolo “Leading Re-Generation”. Un mondo a “trazione varesina” visto che il Ceo di Teha è Valerio De Molli e il presidente di Smi è Sergio Tamborini, originario di Somma Lombardo e a capo della Ratti di Como.
La rigenerazione andrà guidata attraverso l’innovazione, l’economia circolare, il sostegno della finanza, le aggregazioni e, soprattutto, coinvolgendo l’intera filiera alle prese con un mutamento dei consumi senza precedenti. Per Tamborini, si è tutti uniti per raggiungere «un traguardo ambizioso, rigenerare una delle industrie di maggior valore della nostra economia, grazie all’innovazione e a una visione di circolarità che coinvolga tutti gli attori del comparto. I venti non sono favorevoli, sia per una congiuntura economica avversa, sia per l’addensarsi di nuovi elementi di burocrazia su qualcosa che non dovrebbe mai mettere in discussione la crescita: la certezza del diritto. Vale per un tema come il credito d’imposta sulla ricerca e l’innovazione e vale per la trasparenza garantita da contratti già esistenti e diventato ora un onere a carico della filiera. Sistema Moda Italia è in prima linea con le istituzioni e l’Europa per la tutela di un settore cruciale per la manifattura nel mondo e per promuovere una rigenerazione circolare in cui le aziende hanno investito anticipando il quadro normativo».
Il summit è stato utile per riunire tutti gli attori di questo grande mondo: «Venezia si conferma un momento aggregativo fondamentale per unire mondi e visioni differenti - ancora il presidente -. Sul palco abbiamo visto insieme la storia, il futuro e le insidie, riguardo alla trasparenza e ai mercati, che il tessile e moda ha di fronte. Sono temi che ogni imprenditore affronta in maniera differente pensando a tutelare l’azienda, noi come Smi la filiera tutta, anche di fronte alle incongruenze normative. Quest’anno abbiamo sperimentato una nuova geografia negli eventi del forum, con l’aggiunta di momenti più raccolti dedicati a tematiche che interessano le singole aziende: finanza, circolarità, digitale o greenwashing. Gli imprenditori vogliono essere protagonisti, la finanza resta elemento centrale e prezioso alleato, mentre una piattaforma di abbigliamento, abbiamo visto, può vendere oggi qualcosa e domani veicolare un messaggio a milioni di consumatori: questo è il compito della moda, creare connessioni in tema di sostenibilità e credo che questo sia il nostro vero obiettivo».
Flavio Sciuccati, Partner & Director Global Fashion Unit Teha ha sottolineato «il connubio moda e sostenibilità ormai imprescindibile e questo deve essere incentivo per fissare obiettivi sempre più ambiziosi. Le nostre filiere stanno dimostrando la loro eccellenza e unicità e stanno tracciando la strada verso un “Green Made in Italy” ponendo, per la prima volta, al centro del dibattito il tema della ridistribuzione del valore lungo l’intera catena da valle (brand e distribuzione) a monte (produzione e materiali)».
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