PROTAGONISTI
«Tutta l’energia nel costruire il nuovo: lo diceva già Socrate»
La visione del varesino Valerio De Molli, Ceo di Teha Group. L’impatto dell’Intelligenza artificiale generativa sarà enorme

Il segreto del cambiamento è concentrare tutta la tua energia non nel combattere il vecchio, ma nel costruire il nuovo» (Socrate).
In un panorama tecnologico già in forte accelerazione da diversi decenni, l’Intelligenza artificiale generativa si candida a diventare la vera e propria discontinuità in grado di ridisegnare interi settori economici, abilitare nuovi mercati e nuovi prodotti e, più in generale, creare un nuovo modo di interagire con il digitale e con i dati basato sul linguaggio naturale. Un potenziale trasformativo enorme e addirittura incrementale: grazie alla sua abilità di apprendere e adattarsi, l’IA Generativa può diventare un motore di progresso senza sosta, capace di ridefinire i confini dell’innovazione e della società. Gli impatti di questa tecnologia potranno essere enormi. Nel 2023, Teha Group e Microsoft Italia hanno lanciato l’iniziativa “AI 4 Italy”, un pionieristico lavoro di ricerca volto a quantificare i benefici potenziali derivanti dall’adozione di IA Generativa per l’Italia, che ha stimato un impatto sulla produttività del Paese pari a un massimo del 18,2% entro i prossimi 15 anni, equivalente a un valore aggiunto annuale di 312 miliardi di euro o 5,7 miliardi di ore lavorate. Una straordinaria opportunità per il nostro Paese, se si tiene in considerazione che dal 1995 al 2023 la produttività italiana ha registrato un -1% e, al contempo, l’Italia sta affrontando una contrazione demografica senza precedenti, che porterà ad una riduzione di 3,7 milioni di lavoratori entro il 2040, al netto di cambiamenti nelle dinamiche di partecipazione al lavoro e di flussi migratori.
Quali, però, gli impatti registrati già ad oggi dall’utilizzo di IA Generativa in Italia e quale il potenziale a sostegno del Made in Italy e delle Pmi, vere e proprie chiave di volta per la competitività internazionale dell’Italia? Quali, più concretamente, gli ambiti tecnologici e industriali legati all’IA in cui l’Italia può guadagnarsi un posizionamento di leadership a livello internazionale? Rispondere a queste domande è chiave per capire se e come questa tecnologia, al di là del clamore mediatico e comunicativo, stia già oggi impattando e plasmando il modo di fare impresa e, quindi, per costruire la base di una politica industriale dell’IA del nostro Paese in grado di direzionare le scelte di investimento tecnologico degli operatori pubblici e privati nel medio-lungo periodo. Il lavoro di ricerca si è quindi proposto di analizzare e quantificare le implicazioni economiche e industriali dell’Intelligenza artificiale generativa nel contesto italiano, esaminando i driver competitivi di tale tecnologia e le implicazioni di policy per il nostro Paese, con particolare riguardo al Made in Italy e alle Pmi. Nello specifico, il modello di impatto elaborato dal gruppo di lavoro ha stimato che l’IA Generativa potrà portare a un aumento dei volumi di export italiano fino a un +14% o, al contrario, a un miglioramento dei margini di profitto fino al 19,5%. Per le Pmi, l’incremento potenziale di valore aggiunto può invece raggiungere il massimo teorico di 122 miliardi di euro, contro i 190 per le grandi imprese.
Ma, soprattutto, quali gli impatti registrati già oggi della promessa rivoluzione dell’IA Generativa, a quasi due anni dal lancio sul mercato di Chat GPT? Secondo un’attività di indagine nell’ambito di questo lavoro di ricerca, che ha coinvolto circa 100 aziende, gli impatti sono visibili e apprezzabili già oggi. Nello specifico, le aziende che adottano l’IA registrano guadagni di produttività superiori al 5% nel 47% dei casi e superiori all’1% nel 74% (pari a tutto l’aumento di produttività dell’Italia dell’ultimo ventennio). Inoltre, le aspettative per il futuro sono molto ottimistiche: nel giro di 18/24 mesi, per il 54% delle aziende gli impatti sulla produttività saranno superiori al 10%.
Tuttavia, le opportunità non si manifesteranno da sole, ma richiedono investimenti e misure di policy per accelerarne i risultati. In particolare, è fondamentale affrontare i principali ostacoli del Paese, soprattutto alla mancanza di competenze digitali e definendo un’efficace politica industriale che supporti l’adozione e diffusione di tale tecnologia. L’IA Generativa costituisce infatti solo l’apice della piramide della trasformazione digitale; per massimizzarne i benefici, è fondamentale investire nei fattori abilitanti, ovvero potenziare le competenze digitali della forza lavoro e promuovere una digitalizzazione più estesa e profonda delle aziende italiane, a partire dalle Pmi. Ed è proprio con questo spirito, volto ad approfondire in chiave analitica gli impatti e le opportunità dell’IA Generativa del nostro Paese, che con Microsoft Italia, a cui va il mio ringraziamento, abbiamo deciso di continuare questa attività di ricerca. L’obiettivo è enucleato nel titolo “AI 4 Italy: from theory to practice”: come trasformare l’IA da un potenziale teorico a un vantaggio competitivo per il nostro Paese.
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