EMERGENZA SOCIALE
L’«invisibile» che dorme in stazione
Italiano senza dimora ogni notte in sala d’attesa. Il Comune gli offre un rifugio a Como: «Non crea problemi, ma qui non può restare»

Diversi cittadini di Induno Olona hanno incontrato anche in questi giorni il senzatetto che, ogni notte, trova riparo nella sala d’attesa della stazione ferroviaria. Arriva di sera, quando ormai è buio, e se ne va al mattino molto presto. Sale sul primo treno per Varese e trascorre la giornata in città, poi ritorna nuovamente a Induno.
In paese s’è cominciato a temere per la sua salute, visto che il termometro, in questi giorni, è sceso in picchiata. In generale, poi, si pensa che la stazione non sia il posto più adatto per trovare riparo.
«È un italiano di circa sessant’anni - racconta la titolare del bar dello scalo, Giorgia Sessa -. Proprio ieri mattina gli ho fatto l’ultima ramanzina, dicendogli che una stazione non è il posto più adatto per dormire. Prima il suo punto di riferimento era la stazione di Gaggiolo, poi, cacciato da lì, s’è trasferito nella nostra sala d’attesa. È tranquillo e non provoca disturbo o danni di alcun genere, ma ho provato a spiegargli che qui non può rimanere, perché non è giusto né per lui, né per gli altri. Mi ha solo risposto che sono tante le cose che non vanno bene in questo mondo, eppure non cambiano».
Ogni sera puntualmente arriva a Induno con un bagaglio di coperte e cuscini, con il caricabatteria per il telefonino, e si accomoda in sala d’attesa. Una scena tipica di tante stazioni ferroviarie, nel Varesotto e non solo. La mattina seguente, prima delle cinque, rimette insieme tutte le sue cose e svanisce nel nulla, almeno fino al tramonto. La presenza del clochard alla stazione è stata segnalata sia al Comune che alla stazione dei carabinieri. Il sindaco Marco Cavallin ha fatto un sopralluogo con le forze dell’ordine nella tarda serata del giorno di Santo Stefano e s’è intrattenuto a parlare con il senzatetto per quasi due ore. Si tratta di un italiano sulla sessantina residente in provincia di Torino, anche di una certa cultura ed educazione, purtroppo caduto in disgrazia dopo un avvenimento molto grave della sua vita. A momenti la sua lucidità vacilla un po’. Il giorno successivo il primo cittadino ha messo al lavoro gli uffici comunali per cercare di trovare una soluzione alle problematiche di questa persona ed è stata individuata una struttura a Como disposta ad accoglierlo.
Lunedì sera Cavallin si è presentato di nuovo, con il vicesindaco e assessore ai servizi sociali Cecilia Zaini, per parlare con il clochard.
«Ci ha detto che era disposto a uscire dalla stazione per dormire su una panchina all’esterno - conclude il primo cittadino -. Non lo abbiamo cacciato, ma speriamo di avere trovato per lui una soluzione migliore. A Varese non abbiamo trovato un posto, ma la struttura comasca da oggi è pronta ad accoglierlo».
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