SOSTEGNO UMANITARIO
«Kivu, le vaccinazioni ai bambini e la loro felicità»
La testimonianza del dottore varesino Nicola Cocco di Medici Senza Frontiere. Nel weekend l’iniziativa “Biscotti senza Frontiere” in centro

Domani, sabato 18, e domenica 19 ottobre, Medici Senza Frontiere (Msf) sarà in piazza Monte Grappa e piazza Carducci, nel centro di Varese, per la seconda edizione di “Biscotti Senza Frontiere”, iniziativa a sostegno del fondo emergenze di Msf che garantisce un intervento medico umanitario rapido e indipendente in contesti di emergenza, conflitto e calamità naturali.
Per capire l’importanza (davvero vitale) e l’impegno di Medici senza frontiere, ecco la testimonianza del dottore varesino Nicola Cocco. La sua testimonianza alla Prealpina è davvero commovente. «La Repubblica Democratica del Congo è un paese in particolare nella regione dei Kivu interessato da scontri, da guerre, da problematiche di tipo sociale che vanno avanti da più di 30 anni». Questa la premessa.
«EPIDEMIE DI MORBILLO E COLERA»
«Una delle conseguenze - Nicola Cocco - spiega di questo quadro di instabilità sono le frequenti epidemie di colera e di morbillo che si verificano, tra l’altro legate tra loro, e purtroppo chi lavora nella medicina umanitaria sa che quando c’è un’epidemia di colera prima o poi arriverà anche l’epidemia di morbillo tra i bambini, per cui è indispensabile muoversi in maniera rapida, in maniera concertata, soprattutto efficiente ed è in questo che intervengono delle realtà come Medici Senza Frontiere. Grazie alle sue capacità organizzative di coinvolgimento delle comunità di utilizzo di strumenti innovativi, ma soprattutto della capacità di raggiungere le persone che vivono nelle nelle zone più remote, non solo in in senso geografico, ma anche nel senso sociale, Medici Senza Frontiere riesce con il coinvolgimento delle stesse persone a mettere in atto queste campagne».
VACCINAZIONE COME “MEDAGLIA”
«Uno dei ricordi più più belli che ho - prosegue Cocco - del mio lavoro come medico umanitario nella regione del Sud Kivu è vedere queste centinaia di bambini partecipare alla campagna di vaccinazione del morbillo. E trovare insieme al personale locale e alle mamme della comunità uno strumento per evitare che gli stessi bimbi si facessero vaccinare più volte perché insieme alla vaccinazione veniva data una dose di vaccino di di vitamina A che era vista come una caramella dai bambini. E quindi, ricordo che alcune delle mamme avevano portato dei pennarelli e facevano dipingere il mignolo di questi bambini quando venivano vaccinati e quindi per i bambini questo diventava una sorta di medaglia. Sì, come una coccarda dell’essere stati vaccinati da mostrare poi ai loro amici. Entrare nella comunità e far arrivare gli strumenti più adatti, più efficienti, questa è la vera innovazione in ambito sanitario quando parliamo di zone interessate da conflitti, da sofferenze, da diseguaglianze».
Tornando ai gazebo del fine settimana, A Varese, i volontari distribuiranno una speciale scatola di biscotti in edizione limitata, che ritrae l’arrivo di aiuti umanitari via aerea e via terra in un campo tendato, lì dove andranno i fondi raccolti attraverso questa iniziativa. Con una donazione minima di 15 euro si riceve una scatola di biscotti, disponibili in 3 gusti (classico, cioccolato, frutti di bosco), realizzati con il supporto di Grancereale.
«Dopo il successo dell’anno scorso, abbiamo scelto di raddoppiare la nostra presenza in tutta Italia. Anche attraverso un gesto semplice come la donazione per una scatola di biscotti, si può dare un aiuto fondamentale che ci permette di garantire cure mediche dove c’è più bisogno, in oltre 70 paesi al mondo» spiega Laura Perrotta, direttrice raccolta fondi di MSF.
Oltre il 65% dei progetti di Msf sono in zone di conflitto o in contesti instabili, dove milioni di persone sono colpite da guerre, epidemie, o sono escluse dall’assistenza sanitaria.
A Gaza è in corso una catastrofe umanitaria senza fine, racconta Mariana Cortesi, coordinatrice medica di Msf.
In Ucraina, le équipe mediche di Msf, in azione negli ospedali vicini alla linea del fronte, dall’inizio dell’anno hanno curato più di 7.400 pazienti, circa il 60% erano traumi legati alla guerra in corso.
Quando un paese è in guerra, il sistema sanitario è in estrema difficoltà, mancano i presidi medici e i farmaci, le persone non hanno accesso alle cure, perché non riescono neanche raggiungere gli ospedali e agli effetti devastanti del conflitto si aggiungono altre emergenze, come epidemie per mancanza di acqua e malnutrizione. Il Sudan, già stremato da oltre 2 anni di guerra, sta affrontando la peggiore epidemia di colera degli ultimi anni e in Yemen le strutture supportate da MSF hanno curato oltre 35.000 bambini malnutriti sotto i 5 anni negli ultimi 3 anni.
«Il 100% dei fondi raccolti in Italia deriva da donazioni private e una donazione minima di 15 euro per Biscotti Senza Frontiere si trasforma in 30 bustine di cibo terapeutico pronto all’uso». I biscotti sono disponibili anche online.
© Riproduzione Riservata