IL TRAGUARDO
La carica di nonna Anna: barista a 101 anni
Ha festeggiato nel suo bar Centrale di Nebbiuno dove lavora ancora dietro al bancone. «Ma la festa grande la farò per i 105»
Anna Possi, la barista più anziana di Europa, ha festeggiato oggi, domenica 16 novembre, i 101 anni con una torta nella sua attività al bar Centrale di Nebbiuno, insieme alla figlia Cristina e alla nipote Erika e con amici e conoscenti che sono venuti a trovarla nell’uggioso weekend nel Vergante.
«FAREMO LA FESTA NEL 2030»
Molte persone si sono presentate con un regalo per salutare la barista più famosa d’Italia, già immortalata dalle telecamere Rai e Mediaset in occasione del secolo di vita nel 2024. E dallo scorso anno nulla è cambiato. Aver superato il traguardo del secolo non pesa ad Anna che non ha accusato nessun acciacco durante l’anno appena trascorso. Ogni giorno, (anche a Natale e Capodanno) la ultra centenaria apre il suo bar alle 7 del mattino e lo chiude intorno alle 19. «Inutile fare una grande festa come lo scorso anno – scherza Anna –. La faremo per i 105, quello sarà un nuovo record. E poi forse allora godrò di un aumento di pensione».
«IL CALORE DELLE PERSONE È IL MIO MOTORE»
Anna, classe 1924, aveva aperto la sua attività con il marito Renè Guazzi, morto poi prematuramente anni fa. E da allora non ha smesso di lavorare, in pratica senza fermarsi mai. Solo il Covid aveva fatto chiudere la sua attività nel 2020, “costringendola” a fare il vaccino per riaprire al tempo del “green pass”. «Il mio segreto? Forse mangiare poco e sano. Faccio i caffè e vendo alcolici, ma non li bevo, bevo solo tè. Unico lusso: un pezzo di torta di mele che faccio io o della cioccolata. Ora ho molti più conoscenti e amici che mi vengono a trovare anche da lontano. E ho ricevuto il titolo di commendatore della Repubblica, ma sono sempre e solo Anna». Racconta la sua giornata: «Mi alzo presto, apro il bar, faccio colazione. La legna? Quando il tempo è stato bello ne ho tagliata un bel po’ e ho la riserva per l’inverno. Raffreddori e malattie? Per ora nulla. Quest’anno si è spento un po’ l’eco mediatico su di me. Sono contenta, veniva troppa gente, mi stancavo troppo, ma non rinuncio al calore umano delle persone. È il mio motore per star bene. E poi bisogna camminare. Ogni sera faccio sempre un piccolo giro a piedi, soprattutto con il bel tempo». Il computer e la borsa? «No la borsa non la controllo più, alla mia età conta la salute. Leggo il giornale e mi informo, quello sì».
«IL BAR È LA MIA PRIMA CASA»
E Anna ha pensato anche al giorno in cui non ci sarà più: «Mi addormento e prego Dio: fammi andare nell’aldilà di notte senza accorgermi, non nego che ho paura di morire anche se ho 101 anni. Non voglio una bara, costa anche troppo. Preferisco essere cremata e con le mie ceneri che siano custodite non in un’urna, ma in una teiera ben capiente, come Bialetti che si è fatto mettere le ceneri in una grande caffettiera. E così rimarrei nel mio bar». Intanto però Anna fa subito eliminare i brutti pensieri: «Il bar è una seconda casa, anzi la mia prima». E riprende a fare un caffè alla macchina e a offrire una fetta di torta di mele ai clienti-amici del 101esimo compleanno.
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