CAGLIARI
La Consulta boccia la legge sarda sulle aree idonee per le rinnovabili
(ANSA) - CAGLIARI, 16 DIC - È arrivata la bocciatura da parte
della Corte costituzionale per la legge della Regione Sardegna
numero 20 del 2024 sulle aree idonee e non alla realizzazione di
impianti da energie rinnovabili.
La Sardegna era stata la prima regione in Italia a dotarsi di
una norma che applicasse i decreti ministeriali, poi modificati.
La Consulta ha accolto parte delle eccezioni sollevate dal
governo che aveva impugnato la norma. In particolare ha
stabilito che "la qualifica di non idoneità di un'area non può
tradursi in un aprioristico divieto di installazione" degli
impianti Fer. Un divieto assoluto avrebbe l'effetto di
precludere l'accesso "ai procedimenti autorizzatori
semplificati, strumenti previsti dal legislatore statale per
accelerare la diffusione delle fonti rinnovabili nelle aree
idonee".
Per questa ragione, la Corte ha dichiarato l'illegittimità
costituzionale dell'articolo 1, comma 5, della legge regionale.
Un punto cruciale della decisione riguarda la retroattività
della legge regionale sarda sugli atti già in essere. La Corte
ha stabilito che la legge regionale "non può travolgere tutti
gli atti autorizzativi già rilasciati".
La normativa impugnata prevedeva che gli atti autorizzativi
già emanati per impianti ricadenti in aree non idonee fossero
privi di efficacia, ponendo come unico limite la "modifica
irreversibile dello stato dei luoghi". Secondo la Corte, questo
travolgimento, "non motivato da ragioni di carattere tecnico o
scientifico", si traduce in una limitazione irragionevole del
"legittimo affidamento" e lede il principio della "certezza del
diritto". Inoltre, gli operatori che hanno completato
positivamente le procedure hanno già sostenuto ingenti costi
tecnici e amministrativi. (ANSA).
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