L’INCHIESTA
La gincana del conferimento dei rifiuti tra code ed errori
Disagi quotidiani al centro multiraccolta di Busto Arsizio. Accuse ad Agesp che si difende e promette: «Presto più categorie smaltibili in via Arturo Tosi»
«Ci sono dei disagi, però si sorpassano»: così Antonio Castellano, 73 anni, sulla sua esperienza di utente al centro multiraccolta di Busto Arsizio. Una struttura sempre più divisiva, quella di via Tosi, a giudicare dai dibattiti che regolarmente affollano i social: da un lato chi non ha da lamentarsi, dall’altro i racconti di chi viene rimandato a casa con il bagagliaio ancora pieno di rifiuti. E a detta di molti è proprio questo posto, con la sua presunta difficoltà di utilizzo, a portare la colpa di tutte le discariche abusive che invadono la città: il parere diffuso è che, se solo il centro fosse più flessibile, per le strade ci sarebbe molta meno immondizia.
REGOLE COMPLICATE
Ma qual è il problema di fondo? Poca chiarezza? Regole troppo complesse? O forse sono gli utenti a non avere familiarità con la struttura, a mal sopportarne i criteri? Questioni che, in fin dei conti, convergono nella stessa domanda: il centro multiraccolta è più un alleato o un ostacolo per la cittadinanza? C’è da dire che, tra gli utenti intervistati sul campo, le recriminazioni riguardano soprattutto i lunghi tempi di attesa all’ingresso, senza entrare nel merito delle procedure di conferimento: «Tutte le volte ci sono code», commenta Castellano, appoggiato dal 58enne Antonio Gorletta: «Sembra di essere in autostrada in agosto per andare a Rimini», anche durante un giorno feriale. È ancora Gorletta a sottolineare le perdite di tempo dovute a una comunicazione non sempre efficiente: «Ieri era chiusa la sezione del verde, mi hanno rimandato indietro. Ma l’avviso lo avevano messo solo all’interno del centro, senza segnalarlo sul sito o sui social. Così mi è toccato venire qua due volte».
NON TUTTI SCONTENTI
Non mancano in compenso le voci soddisfatte di Mario Bassi e Rocco Cornacchia, 84 e 79 anni: il primo dichiara che «mi sono sempre trovato bene, con persone molto disponibili che mi hanno dato le giuste indicazioni», in accordo con il racconto di «un servizio ottimo, in un centro perfettamente funzionante» da parte di Cornacchia. «Qui sono sempre gentilissimi», conferma il 63enne Walter Trevisan, aggiungendo: «Le cose che non funzionano, a Busto, sono altre: le strade e il verde». Quando altri cittadini se la prendono con il centro multiraccolta, insomma, si direbbe che a pesare siano più fraintendimenti da parte loro, che effettive inadempienze della struttura. È in questo senso che Claudia Colombo (responsabile igiene ambientale di Agesp) parla degli errori più comuni commessi dai cittadini: «Portare rifiuti indifferenziati nei sacchi non conformi, non chippati», come anche consegnare «un quantitativo di rifiuti inerti superiori ai cinque secchi», cioè il numero consentito per le utenze domestiche.
IN REGOLA CON LA TARIP
Tutte sviste che possono essere motivo di diniego dell’accesso, ma che saltano fuori solo dopo che l’utente ha già affrontato la lunga colonna in auto su via Tosi, certificando poi di essere in regola con la Tarip: «Una volta che si alza la sbarra, se l’utente è autorizzato a entrare – ricorda infatti Colombo –, avvengono i controlli di routine da parte degli operatori». Ed è proprio in questa fase che «possono emergere rifiuti non conformi, e per questo l’utente può essere respinto e mandato fuori». Diverso è il caso di chi, pur passando questi controlli, poi sbaglia lo stesso a conferire il proprio carico, per esempio «componenti elettroniche che vengono gettate insieme agli ingombranti, anziché negli appositi cassoni dei Raee», spiega Colombo.
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