TUFFO NEL PASSATO
La mummia di Varese diventerà umana
Il volto del bambino del 1600 sarà ricostruito in 3D. L’incontro alle 18.30 a Villa Mirabello

La mummia di Varese è la star del museo. Tutti la vogliono vedere ma immaginare come fosse “in carne e ossa”, è complicato. Eppure scienza, ricerca e tecnologia consentono di fare ricostruzioni del volto in 3D. È quanto intendono fare le antropologhe dell’università dell’Insubria, insieme con altri esperti dell’ateneo e naturalmente lavorando in rete con i Musei Civici di Villa Mirabello, “proprietari” della mummia il cui giallo sull’origine continua ad affascinare. Obiettivo: riallestire la sala che la custodisce e dare un volto al bambino, perché di un bambino di circa 12 anni, si tratta.
FASCINO SENZA TEMPO
«È una età stimata osservando il grado di fusione delle epifisi di alcune ossa», spiega Roberta Fusco, assegnista di ricerca all’Università degli studi dell’Insubria e coordinatrice del progetto “Memorie di un’infanzia: indagine antropologica e virtuale sulla mummia di Varese” di cui parlerà oggi – venerdì 13 giugno alle ore 18,15 a Villa Mirabello –, nell’ambito degli eventi che accompagnano la mostra “Incontri di mondi lontani. Dai viaggi d’esplorazione di fine ‘800 alle ricerche di Angelo e Alfredo Castiglioni”.
I PROTAGONISTI
Della Mummia di Varese parleranno stasera, oltre a Roberta Fusco, Nicol Rossetti, Enrico Caruso, Marta Licata del dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Insubria, dipartimento diretto dalla professoressa Flavia Marinelli. Interverranno inoltre Arianna Vanni del dipartimento di Medicina e chirurgia e Roberto Taglioretti di LabDig 3A Academy Association.
Il servizio completo sulla Prealpina di venerdì 13 giugno, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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