L’INCHIESTA
La ‘ndrangheta sulle elezioni
Caianiello conferma l’influsso su Lonate. I fondi neri in Svizzera

Nino Caianiello ha deciso di non tenersi nemmeno più un cecio in bocca. E il 13 settembre al pubblico ministero Luigi Furno ha raccontato anche i retroscena dei legami tra la politica e la ‘ndrangheta lonatese, evidenziando anche il ruolo di Peppino Falvo, il re dei Caf di matrice cristiano democratica. E senza tralasciare la figura dell’ex sindaco di Lonate Danilo Rivolta.
«Nel 2009, dopo la vittoria elettorale, Rivolta venne da me in Amsc con Patrizia De Novara, Mi chiese di trovarle una collocazione in Amsc. Rivolta mi aveva già detto che dopo l’appoggio ottenuto alle elezioni da parte della famiglia De Novara era in difficoltà perché avrebbe dovuto sdebitarsi nei confronti della famiglia De Novara. Mi fece capire chiaramente che si trattava di una famiglia con collegamenti con la criminalità organizzata calabrese, da cui aveva ricevuto un appoggio alle elezioni».
Venendo a tempi più recenti, «alle elezioni del 2018 a Lonate Peppino Falvo mi disse che si rischiava di perdere i voti della famiglia De Novara. Falvo e Sante Cinalli mi dissero che a Lonate i calabresi - in senso lato - erano arrabbiati perché nelle liste elettorali che si stavano formando non c’erano i loro referenti». Ora toccherà alla Dda sviluppare le conferme che arrivano dal leader forzista difeso dall’avvocato Tiberio Massironi.
Ieri, martedì 8 ottobre, intanto è tornata in auge la notizia di presunti fondi neri in Svizzera. Il sospetto investigativo che Nino Caianiello ne avesse era già emerso sulla Prealpina all’inizio di giugno.
Gli inquirenti svilupparono questo filone sulla base di un’intercettazione dell’architetto Pier Michele Miano in cui si parla di Vito Rosiello, vecchio amico di Caianiello e imprenditore del settore immobiliare. Miano spiegava di aver saputo da Leonida Paggiaro che Rosiello sarebbe colui che “detiene” i soldi in nero del leader provinciale di Forza Italia. Per questo, dovendo definire la questione della rinuncia delle spese legali in favore di Paggiaro, si sarebbe valutato di far transitare una provvista attraverso il figlio di Rosiello, Luca, che lavora in Svizzera. «...c’è la voce che sarebbe lui che tiene i tuoi soldi in nero a Milano».
L’interlocutore era Caianiello che ammonì l’architetto: «Non gridare... Luca è a Lugano, è uno di successo». Rosiello junior è Ceo del gruppo Keller Zable di Lugano, società che opera nei mercati domestici per lo sviluppo, pianificazione e controllo del patrimonio immobiliare.
Sarebbe stata la mediazione di Miano.
«Secondo me il modo lineare è questo qua. Io non voglio obbligare... poi Vito Rosiello deve mettere la causale, causale per cosa? Anche per quello ti sto dicendo...».
La faccenda venne risolta con la scrittura privata che è oggetto di vari patteggiamenti. Uno degli imputati ha confermato al pm che durante un incontro a Lugano con l’imprenditore Leonida Paggiaro, quest’ultimo «disse che in Svizzera c’era tale Rosiello che deteneva il nero di Caianiello». Paggiaro avrebbe fatto la battuta: «Non sente nell’aria l’odore dei soldi di Caianiello?».
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