L’INCIDENTE FATALE
La caduta e la tragedia: Roland lascia moglie e due figli
L’operaio residente a Verbania è morto giovedì in Svizzera

È caduto dal tetto della casa dove installava dei pannelli solari. Così Roland Kercyku, 47 anni, l’operaio residente a Verbania, è morto sul lavoro giovedì in Canton Ticino. La notizia è stata comunicata dalla Polizia Cantonale. L’incidente è avvenuto intorno alle 17, all’esterno di un’abitazione privata a Losone, nel locarnese. Il corpo è stato trovato a terra. Secondo la prima ricostruzione e per cause che l’inchiesta di polizia dovrà stabilire, l’operaio ha fatto un volo di circa 4 metri.
ORIGINI ALBANESI
Kercyku era di origini albanesi, ma era da molti anni nel nostro Paese e aveva la cittadinanza italiana. Lascia la moglie e due figli. La famiglia vive a Pallanza. La salma è ancora in Svizzera a disposizione delle autorità e potrà essere rimpatriata da lunedì.
LA REAZIONI DEL SINDACATO
La tragica notizia ha scosso il mondo dei frontalieri. Sull’accaduto è arrivato il commento del segretario confederale Cgil Novara Vco Gigi Bacchetta: «Gli infortuni e le malattie professionali non rispettano i confini. Anche nella vicina Svizzera assistiamo al ripetersi di incidenti e malattie professionali. Negli ultimi anni, in Svizzera, gli infortuni complessivi mostrano una riduzione ma aumentano quelli gravi che arrivano ai 2 mortali nelle ultime 24 ore; nel solo Ticino (240mila occupati, 80mila frontalieri, 6mila degli 8mila frontalieri del Vco) ci sono state 62 morti in 10 anni». Prosegue Bacchetta: «In attesa di conoscere le dinamiche, stringendoci alle famiglie, continuiamo a ritenere che dietro a quelle “morti bianche” vi sia il risultato del ricatto occupazionale dato da precariato e bassi salari che portano ad accettare condizioni e ritmi che mettono a rischio la salute e la sicurezza».
SPOSTAMENTI E RISCHI
Bacchetta rileva che «per i frontalieri al rischio presente nello svolgimento dell’attività si aggiunge, in particolare in Ticino, quello legato allo spostamento che non vede alternative al trasporto su gomma, attraverso la SS337 o la SS34, con le continue frane e incidenti che sono all’ordine del giorno (una ricerca Cgil del 2023 mostrava la segnalazione di un problema alla viabilità ogni 3 giorni)».
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