TRADIZIONE E SOSTENIBILITÀ
L’arte tessile crea una rete tra Busto e il mondo
“M(A)Y FIBER” è l’evento diffuso nella “capitale” del tessile. «Dal Museo del Tessile ci si apre anche a numerose realtà private»

Un mese di maggio all’insegna della bellezza: da sabato 10 maggio a domenica 8 giugno, Busto Arsizio rinnova il legame con il tessile con la seconda edizione di M(A)Y FIBER - Percorsi di arte e tessile tra tradizione e sostenibilità, organizzata dall’Amministrazione comunale con l’Assessorato a Cultura e Identità. Un evento diffuso nella “capitale” del tessile, che vede affiancare alla rassegna Miniartextil 2025 dal titolo L’arte come preghiera, a cura dell’Associazione culturale ARTE&ARTE di Como, anche una mostra al Museo del Tessile e una presso le Civiche Raccolte d’Arte Palazzo Marliani Cicogna, all’interno del progetto comunale Uno Spazio per l’Arte, insieme a una serie di eventi in diverse sedi cittadine. Ne abbiamo parlato con Manuela Maffioli, Assessore a Identità, Cultura e Sviluppo del Territorio.
Un appuntamento atteso dalla città
«Con la seconda edizione di M(A)Y FIBER - che a propria volta è l’evoluzione del progetto che ha visto Miniartextil dal 2018 a Busto Arsizio - rinnoviamo il patto della città con le proprie radici e l’antica vocazione e tradizione tessile (della cui economia resta anche oggi tra le voci più significative), e che nel tempo si è coniugata anche ai temi e al linguaggio artistico, portando in città questo filone importante di arte contemporanea che è appunto quello della Fiber art, attraverso la quale la nostra identità tessile ha potuto rinnovare il proprio racconto e in qualche modo concorrere a dare alla città una nuova, ulteriore identità, che accanto a quella imprenditoriale e commerciale è diventata ormai una riconosciuta identità anche culturale».
Una rete nel segno del tessile
«Busto attraverso l’arte tessile ritorna anche a dialogare col mondo, parlando il linguaggio che le è proprio, intrecciando una vera e propria rete, di intenti, condivisione e co-progettazione, che parte dalla prestigiosa collaborazione con Arte&Arte e la Fondazione Pistoletto Città dell’arte di Biella, ma instaura anche un dialogo con gli altri musei tessili, come il Museo della Seta di Como e il Museo del Tessuto di Prato. Nel segno dell’arte, dunque, si ricostituisce il quadrilatero del tessile Busto Arsizio - Prato - Biella – Como, ciascuno con una propria specificità».
L’arte tira un filo tra persone, luoghi, comunità
«Dal Museo del Tessile, quartiere generale di questa rigenerazione umana, ci si apre anche a un dialogo inedito e moderno, all’interno del territorio, con numerose realtà private, anche non tessili, che da anni sostengono le iniziative in ambito culturale. Questa rete consente di portare la cultura anche fuori dagli spazi tradizionali, infrangere i muri che, inconsapevolmente, possono tenere lontano dai contenuti culturali una buona fetta di popolazione e proporre esperienze estetiche ed etiche diverse in altrettanti differenti contesti. Quest’anno l’elenco si arricchisce ulteriormente di spazi inediti, dall’università Liuc, che ospiterà un evento, a uno studio di design, un albergo, un’importante struttura ricettiva… fino alla mostra allestita in Casa circondariale, la cui visita è consentita anche al pubblico esterno, per portare bellezza dentro il carcere a beneficio non solo di una parte della popolazione carceraria ma anche per consentire al pubblico esterno di entrare in contatto con questa realtà che sta dentro il perimetro della nostra comunità cittadina».
L’arte come occasione di crescita
«Dal Museo del tessile, quartier generale di questa rigenerazione umana che passa attraverso l’arte tessile e parla il nostro linguaggio urbano, si irradia un’operazione che è certamente artistica e culturale ma che, attraverso l’arte e la cultura, vuole tenere al centro l’essere umano, la persona con le proprie relazioni, i propri rapporti, la propria emotività, le proprie conoscenze, la propria parte mentale e fisica. Tutto questo ovviamente in un contesto che genera poi anche sviluppo economico, attirando sul nostro territorio persone interessate da questa rete di valorizzazione degli spazi urbani, tenendo fede a uno degli obiettivi e dei compiti dell’attività culturale che è quello di portare un indotto economico. La persona si sviluppa in un contesto di valori e di bellezza, la comunità cresce in un ambiente permeato di questi valori e di questa bellezza, e anche il sistema città, dal punto di vista economico, ne trae beneficio. Questo percorso in constante ma determinata, pervicace crescita è ciò che meglio sta contraddistinguendo il fenomeno in corso in a Busto Arsizio. Un fenomeno che si chiama cultura ma che non è mai una cultura pensata in forma autoreferenziale».
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