L’INCIDENTE
Lavena, incubo in vacanza: lo schianto del pulmino senza freni
La disavventura di una donna di Lavena Ponte Tresa in Madagascar: «Ho avuto paura di morire»

L’incubo si è materializzato proprio quando la vacanza stava terminando. Paola Giacone, residente a Lavena Ponte Tresa, mercoledì 12 luglio è rimasta coinvolta, insieme a un’amica e ad altri turisti, in un incidente avvenuto in Madagascar lungo il tragitto dall’Andilana Beach Hotel all’aeroporto di Nosy Be dov’era prevista la partenza per Malpensa. «Poteva essere una vacanza da sogno e invece s’è trasformata in un incubo» dice.
LO SFOGO
Poi racconta: «Alpitour non è stata in grado di affrontare l’emergenza e ciò che mi fa più rabbia è che né l’agenzia, né il direttore del resort abbiano speso una sola parola, o anche una semplice mail, per sapere come stavamo. Senza contare che con il pulmino che è venuto a recuperarci non ci sono stati portati né acqua né un kit di primo soccorso. Anzi, a bordo non c’era nessuno dello staff. Il personale ci ha aspettato direttamente allo scalo dove siamo stati medicati e successivamente imbarcati in classe Premium». L’ufficio stampa di Alpitour evidenzia tuttavia che sul luogo dell’accaduto era presente la direzione dell’hotel: «Arrivata poco dopo l’incidente, ha immediatamente avvertito l’assistenza per allestire a Nosy Be un’area di triage con il medico dell’aeroporto e l’attrezzatura di primo soccorso: gli ospiti sono stati visitati e ritenuti idonei a volare. Direzione e staff erano sul posto anche per assicurarsi che non vi fossero feriti gravi, come fortunatamente è stato. Durante il viaggio i clienti sono stati costantemente monitorati fino all’arrivo a Malpensa dove si è predisposto un medico per ulteriori accertamenti».
I RUMORI E L’ODORE DI BRUCIATO
La turista dice di essersi accorta subito «che il pulmino aveva qualcosa che non andava: faceva fatica persino su delle lievi salite e il rumore del motore non era dei più rassicuranti. Poi, all’improvviso, abbiamo sentito un forte odore di bruciato e l’autista non è più riuscito a ingranare le marce. In più si sono rotti i freni mentre il mezzo stava affrontando una discesa. L’unica cosa che poteva fare il conducente era sterzare a destra e a sinistra per cercare di fermare il veicolo, ma non ha potuto evitare il devastante impatto contro un muro di contenimento. È comunque grazie alla sua prontezza di riflessi che siamo vivi».
GLI ALTRI FERITI
La donna varesina e altre persone se la sono cavata con molteplici contusioni, «ma altre hanno riportato conseguenze più preoccupanti. Per esempio, un uomo a Malpensa è stato portato via in ambulanza con lancinanti dolori alla schiena. Io stessa, per altro, per una frazione di secondo ho pensato di morire: una sensazione che non auguro a nessuno perché s’è vero che i traumi fisici con il tempo passano, è altrettanto vero che quello psicologico che abbiamo subito ci accompagnerà ancora a lungo».
LA VERSIONE DI ALPITOUR
Alpitour però precisa «che ogni mezzo utilizzato dall’hotel è a norma e viene periodicamente revisionato con i dovuti controlli. Allo stesso modo, l’autista è un professionista abilitato alla guida che lavora quotidianamente con la struttura. Comunque come resort e come tour operator siamo profondamente rammaricati: stiamo anche verificando eventuali concause. Ogni giorno accompagniamo in viaggio migliaia di clienti, a cui dedichiamo la massima professionalità e attenzione: ma purtroppo, talvolta, qualcosa di imponderabile può accadere. Parte del nostro ruolo è fornire ai nostri ospiti i servizi e le tutele necessarie anche, e soprattutto, in queste sfortunate circostanze».
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