LAVENO MOMBELLO
«Spia dei carabinieri». E lo ferisce
Marocchino colpisce connazionale a una gamba con un coccio di bottiglia

Ha accusato un suo connazionale di essere un informatore delle forze dell’ordine e poi gli ha lanciato addosso un coccio di bottiglia, ferendolo a una gamba.
Con questa accusa un marocchino di 32 anni è stato arrestato, per il reato di lesioni personali aggravate, dai carabinieri di Laveno Mombello.
Arresto convalidato ieri, giovedì 20 maggio, dal giudice del Tribunale di Varese Andrea Crema; poi, come richiesto dal pm Nicola Ronzoni, per l’immigrato è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa del processo per direttissima, in programma il 18 giugno.
La lite, conclusa con il trasporto del nordafricano di 39 anni al Pronto soccorso dell’ospedale di Cittiglio, è avvenuta lunedì pomeriggio in via Gaggetto. Erano le 16.30 e tra i due cittadini marocchini è iniziata un’accesa discussione, durante la quale il trentaduenne - in passato già finito ai domiciliari per rapina - ha urlato al rivale: «Sei una spia». Dalle parole i due sono passati rapidamente alle vie di fatto e - secondo la ricostruzione dei carabinieri, basata anche sul racconto di un testimone - il muratore, in evidente stato di ubriachezza, avrebbe spaccato una bottiglia di vetro per poi scagliarla contro il connazionale. «Per fortuna il ferito se l’è cavata con una lesione guaribile in 25 giorni», ha sottolineato il pm.
Una ricostruzione però contestata dal difensore, l’avvocato Lorenza Marco, che ha evidenziato alcune contraddizioni nella versione fornita dal ferito ai militari: «Non è chiaro chi ha cominciato, né come sia andata veramente». Tra le ipotesi che emergerebbero dalle sommarie informazioni raccolte dai militari, c’è infatti, secondo il legale, anche quella che l’indagato abbia sì lanciato alcune bottiglie, ma contro un palo; una di queste si sarebbe rotta e i cocci avrebbero infine colpito il ferito alla coscia destra, provocandogli una ferita lacero-contusa.
Ricostruzione su cui l’arrestato non ha fatto chiarezza, essendosi avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo difensore ha poi chiesto e ottenuto un termine a difesa per valutare eventuali riti alternativi.
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