LE POLEMICHE
Le caprette bloccano i treni e costano al Comune
Tre convogli (anche per Malpensa) sono stati fermati per ragioni di sicurezza. Uboldo ha speso 2mila euro per affidare i tre animali in custodia
Un debito fuori bilancio fa emergere una storia singolare: è polemica sui costi di ricovero di tre caprette sperdute nel verde della Girola, recuperate dal Comune di Uboldo che le ha affidate per 60 giorni a un allevamento di Origgio. Secondo l’opposizione “Uboldo Civica” si sarebbe agito con troppa in fretta, senza fare attente valutazioni tese al risparmio, visto che si stava spendendo denaro pubblico. Secondo i vertici della giunta, invece, la critica non tiene conto della situazione di emergenza, dal momento che erano stati fermati tre treni.
CAPRE A SPASSO
I fatti risalgono allo scorso mese di luglio, quando l’Azienda territoriale sanitaria aveva chiamato il vicesindaco Laura Radrizzani per segnalare che c’erano tre caprette nelle aree verdi della Cascina Girola: peraltro si trovavano oltre la ferrovia, mettendo a rischio il transito dei treni. Il Servizio veterinario di Ats è accorso per recuperarle e il Comune, a sua volta, le ha portate da un allevatore origgese che ha dato la sua disponibilità a custodirle in via temporanea. Ebbene, nelle ultime ore è arrivata la fattura, che ammonta a circa 2mila euro inclusa l’Iva. Per questo è stato approvato in Consiglio comunale un debito fuori bilancio.
LE CRITICHE
Il capogruppo di “Uboldo Civica”, Claudio Pirotta, spiega: «Comprendiamo benissimo la situazione di emergenza, però ci sono in gioco soldi pubblici, per quanti pochi siano, che a nostro giudizio sono stati spesi con approssimazione. Non è stato concordato preventivamente dove ricoverare le capre, affidandole senza fare una scelta meditata e improntata sul risparmio economico». Ma c’è di più: «In Consiglio comunale ho anche contestato che, secondo le informazioni che abbiamo reperito, il valore delle capre è inferiore rispetto a quanto abbiamo speso per ricoverarle 60 giorni: secondo una ricerca di mercato, valevano più o meno 500 euro, a fronte di un costo di 2mila euro per la custodia». In definitiva: «Ci aspettavamo che la vicenda fosse stata gestita senza tanta sciatteria – è la chiosa –. Ma purtroppo non è stato così».
NORME RISPETTATE
Il sindaco Luigi Clerici si dice offeso dalle parole del consigliere: «Come si può parlare di sciatteria quando in Consiglio comunale ho spiegato chiaramente l’emergenza che stavamo vivendo – esclama –? Tre treni di viaggiatori (anche per Malpensa) erano stati fermati per ragioni di sicurezza. Io e il vice sindaco, di concerto con Ats, avevamo dovuto gestire una situazione complessa, perché ci sono normative molto stringenti in materia». Documenti alla mano, gli amministratori spiegano che, «ricoverate le capre alle 21.30 a Origgio, erano state attivate tramite Ats le procedure per effettuare i necessari controlli sanitari, che per fortuna non avevano attestato patologie contagiose». Dopo due mesi, gli animali erano stati trasferiti in un’azienda di Sumirago, «che ringraziamo per essersi fatta carico di tutti i costi», puntualizza Clerici. Fatto sta che il caso Uboldo costituisce un precedente: ecco allora una circolare provinciale a tutti i comuni del Varesotto, che informa su come affrontare situazioni simili. Resta il mistero su come le tre caprette siano comparse alla Girola: erano forse sfuggite a un gregge?
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