ECONOMIA & TERRITORIO
Le donne valgono trilioni
Indagine Teha: Italia ancora fanalino di coda sulle politiche di parità di genere. Carriere a rilento e paghe inferiori. Gran Bretagna faro del progresso

Parlare di sviluppo significa estendere benessere, conoscenze e potenzialità di crescita a tutti, insistendo su educazione e formazione. E il ruolo delle donne, allargando lo sguardo al mondo, è una delle emergenze. Lo sottolinea uno studio di The Europea House-Ambrosetti (Teha). Nell’era della “policrisi”, dicono gli esperti, la comunità internazionale è chiamata a costruire società più resilienti e inclusive, aprendo la strada a una crescita sostenibile e prospera. In un momento in cui nuove sfide emergono quotidianamente, si stanno delineando opportunità cruciali per mettere i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere al centro dell’evoluzione globale, catalizzando riforme legislative, iniziative politiche e movimenti sociali.
Nonostante il crescente slancio delle tematiche connesse all’empowerment femminile negli ultimi mesi e anni (basti pensare al recente G7), sfide persistenti e disparità continuano a minare la piena realizzazione del potenziale femminile, essenziale per la crescita e il benessere della nostra società, oltre che per lo sviluppo delle generazioni successive. In termini di carriera lavorativa, le donne sono ancora vittime di una doppia penalizzazione: a livello verticale, con l’accesso ai posti di comando spesso bloccato; a livello orizzontale, con la concentrazione in settori tendenzialmente meno remunerativi.
Quando le donne vivono in sicurezza e in salute, sono produttive e valorizzate in ambito lavorativo, possono invece esprimere al massimo il proprio potenziale, apportando competenze cruciali al mercato del lavoro attuale e futuro. Già oggi, colmare il divario salariale di genere e allineare i tassi di occupazione femminili a quelli maschili nei Paesi del G20, inclusa la Spagna, potrebbe generare un impatto economico annuale di 11,1 trilioni di dollari (12,3% del Pil del G20).
Giunto alla sua terza edizione, l’Osservatorio sul Women’s Empowerment mira a far luce su queste ed altre tematiche prioritarie, fornendo un’analisi basata su dati chiari e stime d’impatto, che possa informare i decisori politici e i diversi stakeholder attivi in questo campo. L’Osservatorio si avvale di due indici compositi: il Women’s Empowerment Progress Index (Wepi) e lo Eu SheWorks Index, che insieme offrono una valutazione dettagliata dei progressi compiuti dai Paesi europei e del G20 e delle sfide che restano da affrontare. Il Wepi misura il grado di avanzamento femminile in ambiti chiave come la partecipazione economica, la rappresentanza politica, l’accesso all’istruzione, la salute e la qualità della vita. Nel 2024, il Wepi vede per la prima volta il Regno Unito come top performer. Questo risultato è dovuto principalmente a una combinazione di due fattori: da un lato, l’aumento della percentuale di donne in posizioni manageriali (40,2% nel 2023 rispetto al 36,5% del 2022), dall’altro un peggioramento più contenuto rispetto ad altri Paesi su alcuni indicatori (ad esempio, occupazione femminile in condizioni di “vulnerabilità”, tempo dedicato al lavoro non retribuito). Lo Ee SheWorks Index si concentra specificamente sull’inclusione delle donne nel mercato del lavoro e nelle carriere Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics), settori chiave per il futuro dell’occupazione e dell’innovazione. La classifica del 2024 conferma una forte polarizzazione tra Nord e Sud Europa, con la classifica guidata dalla Svezia, nove Paesi in leggero miglioramento negli ultimi due anni e l’Italia in quartultima posizione.
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