SCENARIO
Le nostre imprese familiari alfieri del Made in Italy: «Puntare alla sostenibilità»
Le possibilità di crescita nel primo rapporto di Teha “Radici nel futuro”. Potenza economica internazionale e pilastro inossidabile del Paese

L’Italia che vuole lasciare sempre più la sua impronta nel mondo deve ancora crescere per essere competitiva, mantenere i mercati di sbocco e conquistarne di nuovi. È la sfida da vincere anche per le imprese familiari, che rappresentano ancora la colonna portante dell’economia nazionale ma spesso hanno le armi spuntate davanti ai giganti internazionali. Se ne è parlato a fine gennaio a margine della prima edizione di “Family Business Sustainability Summit-Radici nel futuro” di Teha (The European House Ambrosetti) a Bologna. Si parte dai temi caldi su scala globale: lotta al cambiamento climatico, riduzione della povertà nei Paesi in via di sviluppo e prosperità del ceto medio nelle economie avanzate. «Il raggiungimento di due di questi obiettivi sembra raggiungibile solo a discapito del terzo. Imprese, lavoratori, investitori, consumatori e cittadini hanno aspettative parzialmente divergenti sulla transizione sostenibile, difficili da soddisfare senza generare squilibri locali nel breve termine. La finanza ha ricevuto il compito di guidare il cambiamento ma non premia ancora abbastanza le imprese: lo sconto medio sul tasso di interesse per le più green non supera lo 0,14% - si legge nell’analisi -. Potenza economica a livello internazionale e pilastro inossidabile del nostro Paese: in Italia, le aziende familiari rappresentano l’81% delle imprese e generano il 68% del Pil. Tra il 2010 e il 2022, hanno mostrato un tasso di crescita superiore a quello delle non familiari (rispettivamente 8,9% vs 8,1%). Registrano un ritorno sull’investimento sempre più elevato (9,8% vs 8,1%) e un livello di indebitamento inferiore (3,9 vs 5,8). La partita si gioca però sulla produttività, con un divario del 18% a sfavore delle familiari, in peggioramento dal 2018».
© Riproduzione Riservata