LA TRAGEDIA
Vanessa e Roberto le vittima della valanga in Formazza
Vanessa Gatti e Roberto Biancon erano di Origgio e Arluno. La disgrazia in tarda mattinata

Sono Roberto Biancon, osteopata di 53 anni di Arluno, e Vanessa Gatti, trentenne di Origgio, le vittime della valanga staccatasi nella tarda mattinata di oggi, domenica 7 gennaio, in Alta Val Formazza. Il primo, nativo di Legnano, risiedeva ad Arluno. La seconda, originaria di Saronno, abitava ad Origgio fino a poco tempo fa: da un paio d’anni risiedeva a Turate. Lo riporta corriere.it. I loro corpi sono stati localizzati nel primo pomeriggio: uno era sotto una massa nevosa, l’altro nelle acque del lago Toggia. Vanessa e Roberto, come testimoniato dalle numerose foto sui social, erano grandi appassionati di montagna.
LA PALESTRA
Roberto Biancon svolgeva il suo lavoro anche in una palestra di Parabiago, la Gymnasiom Parabiago Live. La stessa palestra ha pubblicato sui social un post di dolore e cordoglio ricordando Roberto. «Abbiamo perso non solo un collega di lavoro, bensì un caro amico da sempre legato alla Famiglia Gymnasion. Ci uniamo al dolore della mamma, del fratello e di tutti i suoi cari» scrivono dalla palestra parabiaghese.
IL RICORDO
“Da noi teneva corsi di ginnastica posturale, ottimi per persone di una certa età o con problemi specifici di postura” ricorda Moreno Ruspi, titolare della palestra ma anche amico di vecchia data di Biancon. I due si conoscevano da praticamente trent’anni, e si erano incontrati per la prima volta quando l’uomo 53enne era solo uno studente di scienze motorie. Si era poi interessato all’osteopatia, tra i primi in Italia, e si era specializzato in quello, iniziando poi a lavorare proprio alla Gymnasion Parabiago, prima come istruttore e poi come osteopata. Dal punto di vista professionale non aveva mai smesso veramente di formarsi e di formare, in quanto docente all’università di osteopatia di Saronno, ma tutti lo ricordano soprattutto per il suo lato umano. «“I suoi clienti, per la maggior parte, si affezionavano a lui pechè lui va.. andava – ricorda sempre Ruspi, per cui usare il passato non è ancora semplice – oltre quello che è il fatto di essere osteopata: sappiamo che il dolore non è solo qualcosa di fisico e muscolare ma anche qualcosa di emotivo, e lui era capace di toccare anche questi aspetti».
LA PASSIONE PER LA MONTAGNA
L’attenzione speciale che Biancon aveva nei confronti degli altri si allargava anche alla sua più grande passione: la montagna. “Lui non era una persona esaltata o che amava rischiare: per lui la prima cosa era la sicurezza, sua e degli altri. Perchè spesso andavano con lui persone con meno esperienza, e lui si sentiva responsabile per il loro benessere“. Purtroppo stavolta le misure di sicurezza non sono bastate a prevenire il peggio. Biancon lascia la madre Anna ed il fratello Fabio, oltre che a tutti i suoi amici e colleghi della palestra di Parabiago
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