LEGGIUNO
Truffa alle suore: condannato
Torinese incassò 4.500 euro fingendosi direttore di banca

Fece finta di essere il direttore della banca e convinse le suore a versare 4.500 euro per “sbloccare” un finanziamento regionale. Con questa accusa un torinese è stato condannato per truffa. Quando all’Istituto delle Suore di Maria Consolatrice, nel settembre 2017, arrivò la telefonata di una sedicente dipendente comunale, la superiora non ebbe motivi per dubitare della veridicità della chiamata. Anche perché si faceva riferimento a un contributo regionale effettivamente richiesto dalle religiose per compiere lavori di ristrutturazione del complesso: «Il finanziamento è stato assegnato, ma per errore vi sono stati accreditati 25.500 euro invece di 21.000. Quindi i soldi sono stati bloccati. Per sbloccarli, dovete contattare il direttore della banca che vi spiegherà che cosa fare per restituire la differenza».
La superiora si annotò il numero di cellulare e telefonò a colui che si spacciava per il responsabile dell’istituto di credito. Il quale le diede le istruzioni per versare i 4.500 euro su una carta PostePay. L’anziana religiosa obbedì e si precipitò all’ufficio postale per pagare. Ma quando il giorno successivo andò in banca per verificare se l’accredito fosse andato a buon fine, scoprì che non c’era stato alcun bonifico da parte della Regione. E che il cellulare che aveva chiamato non era quello del direttore.
Insomma, capì di essere stata truffata. Per questo si presentò alla caserma dei carabinieri di Laveno Mombello per presentare denuncia. E i militari, grazie anche alla collaborazione della polizia postale, risalirono all’intestatario della carta prepagata sulla quale erano stati versati i soldi: il torinese Davide Cavalieri, di 53 anni. Il quale è stato quindi prima indagato, poi processato, per truffa. Per lui il pubblico ministero Antonia Rombolà ha proposto una condanna a otto mesi di reclusione. L’avvocato difensore, Valentina Broggi, ne ha invece chiesto l’assoluzione, sottolineando come la prima telefonata alle suore fosse stata fatta da una donna, mentre il cellulare del falso direttore di banca era intestato a un immigrato nordafricano. Ma il giudice Cristina Marzagalli ha riconosciuto Cavalieri colpevole e, alla luce della recidiva, gli ha inflitto una pena di un anno e tre mesi di carcere.
Non solo. L’imputato dovrà anche risarcire l’istituto che ospita una casa di riposo per suore; l’entità dell’indennizzo sarà decisa in una successiva causa civile, ma il magistrato ha già disposto una provvisionale di 5.000 euro, oltre al rimborso delle spese di costituzione di parte civile (le religiose erano assistite dall’avvocato Elisa Ciciriello).
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