OCCUPAZIONE
Grancasa a Legnano, 87 posti a rischio
Presidio di lavoratori e sindacati: si teme per il futuro del punto vendita legnanese

Presidio e assemblea davanti alla sede di via Maestri del Lavoro a Legnano dei lavoratori dei grandi magazzini Grancasa. E’ accaduto ieri. I dipendenti, con il supporto dei rappresentanti sindacali Fabio Toriello della Cgil e Angela Lazzaro della Cisl, il segretario della Cgil Ticino Olona, Mario Principe, e con la visita del sindaco rescaldinese Gilles Ielo e della vicesindaco di Legnano, Anna Pavan, accompagnata dall’assessore Lorena Fedeli, hanno fatto il punto sulla difficile situazione del gruppo commerciale che potrebbe ripercuotersi anche sul punto vendita e sulla direzione legnanese, soprattutto dopo la chiusura del negozio di Nerviano, con 30 lavoratori di cui solo una parte ricollocata. A rischio, nel caso non si completino alcune operazioni di salvataggio, ci sono 57 lavoratori della direzione e trenta del punto vendita. Il gruppo Grancasa, infatti, è in difficoltà.
SITUAZIONE INGARBUGLIATA
Un primo piano industriale, ora fallito, prevedeva la ristrutturazione di alcuni punti vendita tra cui quello di Legnano. Il secondo piano prevede la vendita della sede di Vicenza, con delle trattative con altri acquirenti per le altre proprietà del gruppo, Legnano compreso, ma serve l’ok delle banche. La situazione è comunque molto ingarbugliata: per i dipendenti c’è il contratto di solidarietà fino a febbraio, anche con ritardi nel pagamento degli stipendi.
GLI INTERVENTI DEL SINDACATO
Molto duro è stato l’intervento di Principe che ha parlato dei grandi gruppi: «Capaci solo di prendersi i soldi dallo stato e che chiedono ai lavoratori e alle lavoratrici di operare senza soluzione di continuità la domenica e durante le feste, per poi scaricare i fallimenti della loro gestione su chi lavora». Oltre ai contraccolpi occupazionali, Ielo in particolare ha ricordato i rischi che deriverebbero se, una volta chiusa la sede legnanese, gli immobili rimanessero dismessi, diventando possibile ritrovo di spacciatori e sbandati in una zona già vittima dello spaccio.
IL COMUNE
«Come Comune - ha invece detto Pavan - ci siamo occupati di aspetti urbanistici correlati alla crisi tanto che le relazioni sono in corso da tempo. Voglio sottolineare la grande responsabilità dimostrata dai sindacati in questa crisi: tenere questo atteggiamento è più difficile che andare alla rottura. Sappiate che, da oggi, la vostra voce è accompagnata dalla nostra». L’assessore Fedeli ha spiegato a sua volta che Palazzo Malinverni «è disposto a interloquire perché nulla sia d’ostacolo da un lato per tutelare i lavoratori, dall’altro per creare le condizioni affinché nuove realtà che si dovessero insediare possano essere in grado di assorbire la forza di lavoro stessa».
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