L’ASSEMBLEA
Legnano, il 25 Aprile divide il Consiglio
Scintille sul significato della Liberazione

Si è aperto con un minuto di silenzio per ricordare Papa Francesco il consiglio comunale di oggi, martedì 29 aprile, a Legnano. Terminato il momento di raccoglimento, ha preso la parola il sindaco Lorenzo Radice che ha dato una doppia comunicazione: la nomina di Luca Roveda a presidente della Fondazione Palio, e poi il fatto che la causa che era stata intentata contro Neutalia è stata vinta su tutta la linea da parte della società. Mentre Francesco Toia (della lista Toia Sindaco) non è riuscito a collegarsi da remoto (le sedute si svolgono infatti ancora in forma mista) per problemi tecnici, è seguito un dibattito (peraltro molto pacato) sulla festa del 25 Aprile che ha monopolizzato tutta la prima parte della riunione.
È stato per primo Letterio Munafò di Forza Italia a mettere il tema sul tappeto partendo dal ricordo di Papa Francesco come uomo di pace e del dialogo e rispondendo in qualche modo al sindaco che aveva sollecitato tutti a partecipare alla manifestazione ufficiale in piazza: «È un po’ di tempo che io non vengo in piazza il 25 Aprile perché ritengo che di questo momento si siano appropriate certe forze politiche. Pur riconoscendo il valore della ricorrenza come momento fondamentale della storia italiana e della nostra democrazia, non mi piace come di questo momento alcuni si siano appropriati quasi in modo esclusivo».
Gianluigi Grillo di Fratelli d’Italia, subito dopo, ha ricordato la figura di Sergio Ramelli, ucciso a Milano 50 anni fa: «Non è più accettabile avere morti di serie A e morti di serie B. Ramelli, morto a 18 anni per le sue idee, non è un simbolo di parte, ma un monito per tutti».
Giacomo Pigni del Pd è tornato a sua volta sulla festa della Liberazione: «È grave che oggi i partiti italiani non si riconoscano tutti in questa festa. Faccio invito anche alla destra: è la piazza di tutti gli italiani, ma allontaniamoci da odio e dai gesti ideologici. Non è sbagliato ricordare Ramelli, ma è sbagliato usare la morte di un giovane per rievocare il fascismo e fare delle strumentalizzazioni. Invito tutti a fare anche uno sforzo di autocritica». Quindi Eligio Bonfrate ha ricordato i partigiani legnanesi che alla fine di aprile del 1945 morirono in città durante gli scontri contro tedeschi e fascisti: «Il 25 aprile di 80 anni fa ci fu la Liberazione; il 29 aprile si svolsero invece a Legnano i funerali dei 14 partigiani che morirono dal 25 al e 27 di aprile proprio in città. Mi sembra giusto ricordarli». Anche Stefano Carvelli di FdI ha cercato di esprimere il suo punto di vista: «In Italia non c’è ancora stata una vera riconciliazione nazionale. Per decenni ci si è affidati a delle contrapposizioni di narrazione. Si sono creati dei miti che hanno cercato di farla da padroni. Si è arrivati a una Repubblica antifascista, ma non completamente pacificata. Purtroppo, ce ne accorgiamo anche da queste discussioni, profonde ferite culturali e morali. Ci stiamo trascinando un problema contestandoci a vicenda quando parliamo delle questioni. Questa memoria, che doveva essere collettiva, è in realtà rimasta divisa. Ci sono rancori che sono rimasti irrisolti dopo 80 anni. Non abbiamo costruito una memoria condivisa». Simone Bosetti di Insieme per Legnano ha così chiosato: «La storia è chiara: c’era qualcuno che stava dalla parte giusta e altri dalla parte sbagliata. Il 25 aprile si festeggia la fine della guerra e non una memoria condivisa».
Intanto, a confermare che il tema rimane “caldo”, domani alle 19.30 il “Comitato Legnano non dimentica” terrà l’annuale cerimonia di commemorazione di Carlo Borsani nell’omonimo slargo a lui intitolato davanti al liceo Galilei. Borsani, legnanese medaglia d’oro al valor militare, divenne in seguito uno degli esponenti di spicco della Repubblica di Salò. Fu trucidato da sedicenti partigiani dopo il 25 aprile.
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