SANITA’
«L’ospedale di Legnano è fuori controllo»
Duro attacco del sindacato all’Asst: manca personale e c’è disorganizzazione

Manca personale. E non c’è organizzazione. I sindacati individuano i due grandi mali che oggi affliggono l’Azienda socio sanitaria territoriale dell’Ovest Milanese. L’Asst si trova sotto il doppio fuoco dei sindacati di base e di quelli confederali, che denunciano una fuga dei lavoratori verso il privato e non solo. In tutto questo, oltre che ai dipendenti (medici, infermieri, operatori socio-sanitari), a patire è anche l’utenza alle prese con un servizio che a molti non appare all’altezza della tanto decantata “eccellenza lombarda”, con disagi e disservizi al pronto soccorso (dove c’è anche il problema sicurezza), nei reparti e anche nell’assistenza sanitaria in generale. Un caso su tutti, quello dei medici di base.
LO STATO DI AGITAZIONE
Nei giorni scorsi i sindacati di base Csa, Fials e Nursind hanno minacciato uno stato di agitazione. Ora sono sono Cgil, Cisl e Uil a punzecchiare la direzione dell’Asst. «La sanità deve essere un investimento – commentano in coro Vera Adamo della Fp Cgil Ticino Olona, Enza Cirielli di Cisl Fp Milano Metropoli e Alfio Bennardo di Uil Fpl Milano –. Nell’Asst Ovest Milanese ci sono davvero dei professionisti con i fiocchi, ma bisogna metterli nelle condizioni di lavorare bene, e questo oggi non avviene». Secondo i sindacati c’è una situazione di grande disagio, soprattutto per chi negli ospedali ci lavora.
SITUAZIONE FUORI CONTROLLO
«Da troppo tempo ormai la situazione nella Asst Ovest Milanese è fuori controllo – scrivono i sindacalisti in una nota congiunta dai toni durissimi –. Con reparti ospedalieri in grave sofferenza, il pronto soccorso al collasso e servizi territoriali marginalizzati. Il personale è in continuo affanno e l’organizzazione del lavoro si basa sui salti di riposo, doppie e triple notti. E se si interviene per tamponare qualche situazione di criticità se ne aggravano delle altre». «Per esempio - continua la nota - per affrontare la grave ed esplosiva condizione del pronto soccorso di Legnano, le ricadute si riflettono sul reparto di malattie infettive dello stesso presidio, anche questo in sofferenza da diverso tempo. È una guerra tra poveri. Se è vero che il problema della carenza di personale è un tema diffuso in tutte le Asst della Lombardia, nella Ovest Milanese la questione assume una dimensione ancor più critica per un atteggiamento della Direzione sanitaria che appare superficiale e approssimativo, con interventi estemporanei, dettati dall’urgenza del momento piuttosto che da un processo di organizzazione del lavoro». I pochi dati rivelano uno scenario preoccupante. Solo al giugno del 2022, su circa un migliaio di lavoratori complessivi nei quattro plessi ospedalieri di Legnano, Cuggiono, Magenta e Abbiategrasso, circa 60 hanno lasciato il posto di lavoro, attratti da altre soluzioni lavorative. A questi vanno aggiunti, secondo i sindacati, altri pensionamenti e fughe, che renderebbero vane pure le ultime 130 assunzioni dell’azienda. In pratica l’intervento fatto sulle nuove risorse umane sarebbe solo un “intervento tampone”.
ARRIVA LA GUARDIA GIURATA
Un capitolo a parte è quello della sicurezza al pronto soccorso. Nei giorni scorsi si è verificata un’aggressione al personale da parte di un parente di una persona rimasta ore in coda in attesa di una visita. E non è la prima volta che accade. La Asst ha comunicato a Cgil, Cisl e Uil di aver richiesto di ampliare a 24 ore su 24 il servizio di guardia armata, ma l’azione è giudicata tardiva. «Dovrebbero ricordare che, non più tardi del mese di ottobre 2022, a seguito di altri incresciosi episodi verificatisi al pronto soccorso di Legnano, la parte sindacale aveva richiesto interventi urgenti e tempestivi. Ma la sicurezza deve essere intesa anche dal punto di vista dello stress lavoro-correlato, ovvero la pressione a cui è sottoposto il personale, lavorando costantemente in emergenza con quotidiane richieste di salti riposo, doppi turni e straordinario per assicurare i servizi, la copertura dei turni di lavoro e l’assistenza ai pazienti: è un metodo che non potrà reggere a lungo». Certo, l’azienda può fare fino a un certo punto. Che la sanità lombarda sia in sofferenza ormai è un dato di fatto, l’ospedale di Legnano non fa eccezione.
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