CICLISMO
La Bernocchi parla tedesco
Edizione numero 101 della classica legnanese a Phil Bauhaus in volata

Phil Bauhaus vince la 101esima Coppa Bernocchi e fa felice il suo diesse saronnese Alberto Volpi e il medico solbiatese Carlo Guardascione succedendo nell’albo d’oro a Sonny Colbrelli.
«Abbiamo puntato tutto su questo ragazzo in questa gara – affermano i due varesotti – e ci è andata bene. Ci ha regalato una bella vittoria». Da quest’anno nel team Barhain Merida, il corridore tedesco a venticinque anni forse sta cercando ora la sua dimensione nel ciclismo professionistico. Sicuramente non un vincitore di gran nome per la gara dell’Unione Sportiva Legnanese, ma come vi avevamo anticipato nei giorni scorsi il campo dei partecipanti delle corsa non era di prim’ordine.
Legnano domenica 15 ha accolto il ciclismo di buon’ora, poi poco prima di mezzogiorno il via in una calda giornata di fine estate. Il bel tempo probabilmente ha messo di buon umore i concorrenti che già dai primi chilometri hanno imposto alla gara un ritmo forsennato. La fuga buona va in porto dopo una ventina di chilometri di corsa quando davanti a tutti ci sono Alessandro Covi (Team Colpack), Mauricio Moreira (CajaRural-RGA), Marco Landi (Gazprom Rusvelo), Nikita Stalnov (Astana) e Nicola Graziato (Sangemini-Trevigiani). Il traguardo volante di Busto Arsizio, per ricordare Fausto Coppi nel giorno del centenario della nascita, è vinto da Stalnov, con il gruppo che accusa un ritardo di 4’16”. Dai primi si stacca Morerira quando iniziano a “girare” sul circuito con Piccolo Stelvio e Cramamma, il vantaggio supera i 5 minuti e la nazionale italiana si mette davanti al gruppo a dettare il ritmo. Davanti sono Covi e Stalnov i più brillanti ed infatti restano loro come fuggitivi, verranno ripresi solamente all’uscita dal circuito dopo 154 chilometri di gara e oltre 130 di fuga. Gruppo compatto a 40 chilometri dall’arrivo, manca un’ora alla conclusione, Legnano si anima e un solerte addetto della Polizia locale ferma l’auto della showgirl Justine Mattera a 600 metri dall’arrivo, la bionda testimonial della competizione sfila così davanti al pubblico con addosso il body della Legnanese raccogliendo applausi. La corsa nel frattempo viaggia verso Legnano e a questo punto c’è chi scommetterebbe la casa sulla vittoria di Elia Viviani. Il veneto però decide che non vuole vincere la Bernocchi e si avventura in un allungo con Giovanni Visconti e Alexey Lutsenko. Un’azione spettacolare che può essere definita un suicidio sportivo per il campione europeo, su un circuito cittadino liscio come un biliardo. Le squadre dei velocisti inseguono, il gruppo torna compatto, il pubblico aspetta una volata dai protagonisti da scoprire. Poi la corsa si tinge anche di giallo per una caduta ai 300 metri dall’arrivo quando Sieberg, che tira la volata a Bauhaus, si sposta e viene toccato da Niccolò Bonifazio. Bauhaus vince, Consonni è secondo, Cima terzo.
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