IL PERICOLO
La città che rischia di crollare
Per demolire quattro edifici storici potrebbe bastare un po’ di neve

Secondo le previsioni il freddo arriverà lunedì, 20 gennaio, quando sulla Lombardia calerà il vento del nord che porterà una brezza polare.
Nelle giornate di martedì 21 e mercoledì 22 su Legnano potrebbe anche cadere qualche fiocco di neve, come è facile prevedere Palazzo Malinverni emanerà per tempo le necessarie ordinanze per tenere le strade sgombre ed evitare danni a cose e persone.
Ci sono danni che però a questo punto difficilmente potranno essere evitati: in caso di nevicate abbondanti, la città rischia di perdere almeno tre o quattro edifici che hanno contribuito a fare la sua storia, e che oggi dopo anni e anni di abbandono si reggono malapena in piedi.
Il caso più clamoroso è quello della chiesetta di via Alfieri, costruita nel 1904 e sottoposta dal 1989 al vincolo della Sovrintendenza ai beni architettonici.
Nella chiesetta l’ultima funzione è stata celebrata nel 1977, quando l’edificio era il fulcro del vecchio oratorio della parrocchia di Legnanello.
Nel 2007 la chiesa fu acquistata da un’immobiliare, che in cambio del permesso di costruire condomini sull’ex oratorio si impegnò a firmare una convenzione per recuperare l’immobile.
La convenzione non fu mai firmata, nel 2010 (dopo 33 anni di abbandono) il tetto dell’edificio cedette.
Sull’edificio di via Alfieri sono stati avanzati diversi progetti di recupero, da allora la chiesa continua a cadere a pezzi mattone dopo mattone.
I muri sono stati puntellati, le porte sono state murate. Ma la burocrazia blocca ogni possibilità di intervento, e il peso della neve potrebbe dare il colpo di grazia ai muri che ancora si ostinano a restare in piedi, mettendo così fine a ogni dibattito sulle eventuali possibilità di recupero.
Ancora più delicata la situazione all’ex circolo Santa Teresa di via Menotti, abbandonato nell’ormai lontano 1998.
Anche lì il tetto è già crollato ed è stato sostituito da un telone di plastica.
Nel 2017 il Comune aveva ordinato una perizia statica e la messa in sicurezza dell’edificio, ma da allora nulla si è mosso.
Le condizioni dell’ex circolino sembrano men che precarie, per causare un crollo basterebbe davvero poco.
Come poco basterebbe per dare il colpo di grazia al tetto dell’ex casa del Balilla di via Milano, costruita nel 1933, abbandonata dal 2000 e ora gestita da Città metropolitana.
La trave di colmo è ceduta nel 2017, la copertura è visibilmente deformata: per due anni ogni allarme è stato ignorato, se per un peso imprevisto il tetto dovesse implodere nell’edificio, da salvare non resterebbe più molto.
Paradossalmente, l’edificio in condizioni migliori è quello abbandonato da più tempo, cioè quello che in corso Garibaldi ospitava gli uffici del Cotonificio Bernocchi, società messa in liquidazione il 2 dicembre 1971.
L’edificio è chiuso da 48 anni, è stato svuotato di tutto ed è invaso da piante e rampicanti, ma i suoi muri sono robusti e il tetto per il momento sembra ancora in buone condizioni.
Un piano di recupero dell’intera area ex Bernocchi dovrebbe partire a breve, l’idea è quella di salvare la palazzina, restaurarla e valorizzarla magari aprendola al pubblico.
Prima, però, l’elegante edificio costruito nel lontano 1898 in stile liberty dovrà riuscire a superare l’inverno.
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