IL CASO
La Franco Tosi va a Presezzi
Non sono pervenute altre offerte per i 36mila metri quadrati del comparto

La Franco Tosi va a Presezzi per mancanza di avversari. Alle 13 di ieri non sono infatti pervenute offerte sul tavolo dell’amministratore straordinario Andrea Lolli con il risultato che i 36mila metri quadrati che costituiscono l’area rossa nel comparto Nord andranno per 2 milioni 70mila euro (ossia per un prezzo di 57 euro e 50 centesimi al metro quadrato) all’imprenditore brianzolo attivo a Legnano dal 2015.
Certo, con una differenza di non poco conto rispetto alla storia dell’azienda di piazza Monumento: l’officina, ossia il cuore della fabbrica, sarà espiantata e andrà a Burago Molgora. A Legnano, nella superficie perimetrata dall’offerta, stanno infatti soltanto uffici, sala montaggio e magazzini.
L’alternativa sarebbe potuta essere ben più drastica, con l’addio tout court di Presezzi, in caso di presentazione di altre offerte e di vittoria di queste in fase di rilancio migliorativo.
LA RINUNCIA DEGLI EMIRI
L’unica offerta che si era annunciata come possibile sull’area era il progetto “Franco Tosi International” formulato da imprenditori che potevano contare su finanziatori, alcuni dei quali del Medio Oriente. Il motivo della rinuncia è spiegato dal legal advisor dello studio incaricato dalla cordata internazionale, Roberto Fischi: «A seguito dell’esame dei contratti perfezionati tra la procedura e la cessionaria del ramo d’azienda, abbiamo, nostro malgrado, dovuto prendere atto che, in caso di aggiudicazione del compendio industriale, sarebbero scaturite importanti cause con il cessionario dell’azienda, posto che alcuni aspetti giuridici dei contratti in cui saremmo subentrati in luogo della procedura non erano chiari tanto che a oggi, per questi medesimi contratti, risultano aperte e pendenti importanti vertenze stra-giudiziali tra la stessa procedura e la Nuova Franco Tosi».
Ed è una situazione, questa, che, in forza dei rischi che avrebbe comportato, ha dissuaso gli intenti degli investitori esteri. «Spiace, in quanto, qualora non ci fossero state queste importanti criticità - conclude Fischi -, avendo visto i miei clienti fortemente determinati, sono sicuro che avrebbero presentato un’offerta importante e il territorio dell’Alto Milanese, noto per essere in Italia l’eccellenza nella meccanica, ne avrebbe sicuramente beneficiato anche a livello di occupazione».
ADESSO IL MASTERPLAN
La prima voce politica a commentare il risultato del bando è quella del deputato pentastellato Riccardo Olgiati: «È un risultato importantissimo per Legnano e il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie, che potranno guardare al futuro con un po’ più di serenità. Peccato non essere riusciti a concludere un accordo sulla totalità dell’area, ma questa soluzione permetterà all’area di rimanere viva e alla gran parte dei lavoratori di avere continuità». Ora la palla passa alla città di Legnano e alla futura amministrazione, che dovrà mettere mano al masterplan dell’area per rilanciarla nel migliore dei modi provando a ricreare un polo industriale di livello. Conclude però Olgiati: «La prima pietra, che sarà uno dei nodi più importanti della Legnano del futuro, l’abbiamo intanto messa oggi».
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