AREE DISMESSE
La Manifattura cade a pezzi
Davanzale in cemento crolla su via Lega

Centovent’anni davvero non sono pochi: per quanto un edificio possa essere stato ben costruito, alla fine comincia inevitabilmente a mostrare qualche segno di cedimento.
E così l’altra mattina il davanzale in cemento di una delle finestre che si affacciano su via Lega a Legnano è caduto di sotto, frantumandosi sul marciapiede. Per fortuna il cemento non ha colpito nessuno: come spesso accade in questi casi, la fortuna ha protetto i passanti.
Chi in quel momento si trovava in strada però si subito accorto di quello che era successo e ha telefonato alla polizia locale, una manciata di minuti dopo davanti alla facciata dello stabilimento della Manifattura di Legnano sono apparse le transenne gialle che delimitano la zona che per la loro stessa sicurezza i pedoni non devono oltrepassare.
Le transenne resteranno lì fino quando non saranno stati condotti gli accertamenti necessari a scongiurare altri crolli: se altri davanzali in cemento rischiano di cadere dalla facciata, non resterà che staccarli a martellate per evitare che caschino sulla testa dei passanti.
Inevitabilmente, dopo 12 anni di abbandono anche l’ex Manifattura si sta avviando allo stesso destino che fu prima del cotonificio Cantoni di piazza IV Novembre e poi dell’ex tessitura Bernocchi di corso Garibaldi, cioè verso un lento decadimento.
Lo stabilimento di via Lega copre un’area di 41mila metri quadrati in una posizione strategica, a due passi da piazza San Magno. Il nucleo originale, comperato nel 1900 in Inghilterra, diventò operativo nel 1904: negli anni Sessanta furono poi aggiunti gli altri capannoni verso via Saule Banfi, nel 2008 il concordato preventivo costrinse alla cassa integrazione i 1.200 dipendenti del gruppo Manifattura e la fabbrica fu chiusa. Allora il valore dell’area fu valutato in 25 milioni di euro, già nel 2009 al fine di accelerare i tempi di vendita il Tribunale di Milano chiese una stima più prudenziale che indicò una cifra tra i 15 e i 18 milioni di euro.
Da allora sono state bandite sette gare, tutte sono andate deserte. Nell’ultima, chiusa lo scorso ottobre, l’immobile è stato proposto a un prezzo minimo di 4,1 milioni di euro. Alla prossima gara, l’ottava, probabilmente si scenderà sotto i 4 milioni. Resta però l’incognita Sovrintendenza, che nel 2015 ha dato generiche indicazioni di vincolo che il Comune non ha ancora sviluppato.
Nell’incertezza, gli operatori restano quindi alla finestra e anche a causa della manutenzione ridotta al minimo lo stabilimento comincia a perdere i pezzi. E così dopo le transenne in via Lega qualche preoccupazione comincia a riguardare anche la ciminiera, che altra oltre 70 metri è oggi uno dei simboli della città.
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