ALTOMILANESE
Legnano, maltrattata dalla figlia
Cinquantenne condannata a un anno e quattro mesi

Una mamma legnanese che dopo anni, per non dire decenni, di convivenza forzata con una figlia afflitta da un disturbo borderline istrionico della personalità, è arrivata al punto di denunciarla alle forze dell’ordine per maltrattamenti in famiglia. Reato che è costati alla figlia, oggi cinquantenne, una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione confermata dalla prima Corte d’Appello di Milano. Una sentenza di condanna, quella emessa in primo grado dal pm del Tribunale di Busto Arsizio Piera Bossi al termine di un giudizio con rito abbreviato, associata alla misura di sicurezza della libertà vigilata della durata di un anno. I giudici hanno infatti accertato la pericolosità della donna, alla quale è stato comunque riconosciuto il vizio parziale di mente.
Vittima privilegiata degli improvvisi e imprevedibili comportamenti aggressivi della figlia era sempre lei, la mamma. La convivenza era già di per sé penosa e intollerabile. A peggiorarla sono state le continue prevaricazioni e violenze nei confronti della donna da parte della figlia, alle prese anche con gravi problemi di alcol-dipendenza. Proprio la strenua opposizione della mamma contro la tendenza al bere è diventato ben presto motivo di attrito.
I maltrattamenti contestati sono stati la sommatoria di minacce (anche con un coltello), di spinte, di botte e persino di tentativi di far sbandare l’auto mentre era alla guida proprio la mamma. Secondo la perizia psichiatrica (da cui è derivato il riconoscimento della parziale incapacità di intendere e volere della donna sotto processo), la polarizzazione dell’aggressività verso la madre sarebbe stata espressione di un attaccamento morboso e del desiderio di avere il suo affetto tutto per sé.
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