ATTI OSCENI
Maniaco ai giardinetti
Il marocchino è stato segnalato da una mamma

«Non mi ricordo proprio niente, ero troppo ubriaco», si è giustificato ieri, giovedì 5 marzo, in aula il marocchino arrestato il giorno prima dalla polizia per atti osceni davanti a minori. E che avesse bevuto tanto è indubitabile: l’afrore diffuso nel corridoio del tribunale, un mix di alcol e panni cenciosi, ha sfollato più gente del Coronavirus.
Il ragazzo è stato avvistato nel pomeriggio di mercoledì 4 marzo nel parchetto in zona via Rossini, da un’attenta mamma che giocava con i suoi bimbi. Era appollaiato su un muretto prospiciente le altalene ed era concentrato in pratiche di autoerotismo a dir poco sconvenienti in un contesto pubblico.
La donna - immigrata originaria dell’est Europa - si è subito agitata, ha temuto che il maghrebino puntasse proprio ai piccoli (ce n’erano dai tre mesi ai dieci anni), che volesse esibirsi davanti a loro per dare sfogo a perversioni pedofile, ha avuto paura che anche altri bambini potessero accorgersene o, peggio, che venissero adescati. E così ha chiamato il 112.
Quando la squadra volante è arrivata, il ventiquattrenne si era già allontanato, ma la donna ha indicato agli agenti la direzione di fuga, ossia la stazione, e dopo pochi minuti il marocchino è stato rintracciato, tra l’altro ancora in flagranza di reato, per usare una metafora. E così è stato arrestato, ovviamente con l’assenso del pubblico ministero Massimo De Filippo.
Accompagnato negli uffici di via Gilardelli per sbrigare gli atti burocratici previsti, il giovane ha pensato bene di orinare contro una porta del commissariato, gesto che certo non ha alleggerito la sua posizione.
Sta di fatto che il pm l’ha spedito davanti al giudice Giulia Pulcina per il processo con rito direttissimo. Assistito dall’avvocato Christian Bossi, il ragazzo non è stato in grado di spiegare cosa gli passasse per la testa nel momento in cui si è lasciato sopraffare dalla libido.
Non risultavano neppure precedenti specifici a suo carico. E così, convalidato il provvedimento, il difensore è riuscito a ottenere come unica misura cautelare l’obbligo di firma. Per le altre scelte processuali e la sentenza l’udienza è stata rinviata a fine marzo.
Non è il primo caso di esibizionisti in un parco pubblico: qualche anno fa una coppia di maniaci era stata notata a Saronno.
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