IL SUMMIT
Legnano, occhio ai giovani
Il Comitato provinciale per la sicurezza: nessuna emergenza, ma occorre vigilare

A Legnano non c’è un’emergenza specifica, ma il fatto che la città sia, di fatto, tornata a vivere come nell’era pre Covid porta con sé anche la necessità di alzare la guardia sul fronte della sicurezza e sui comportamenti a rischio dei giovani. Proprio per questo motivo ieri mattina a Palazzo Malinverni il prefetto di Milano, Renato Saccone, ha presieduto una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica a cui hanno partecipato i rappresentanti di tutte le forze dell’ordine locali (Polizia di Stato, carabinieri, Guardia di Finanza, polizia locale, vigili del fuoco) insieme al sindaco Lorenzo Radice; c’erano anche l’ex commissario prefettizio Cristiana Cirelli e i, rappresentanti di Città Metropolitana di Milano tra cui la consigliera delegata alla sicurezza Sara Bettinelli.
Radice ha definito la riunione «Un segno di vicinanza al territorio»: «La nostra città dopo il periodo del Covid sta vivendo una fase di cambiamento, con i locali che sono tornati a lavorare a pieno regime e tanti giovani che arrivano qui da tutta la zona, soprattutto nei fine settimana. Era quindi il momento di fare il punto». Anche Saccone ha ribadito il concetto: «Non c’è picco di reati, non c’è una tendenza particolare al rialzo, ma c’è un ritorno ai numeri del 2018-2019 dopo il decremento innaturale del biennio successivo. Legnano ha caratteristiche sue proprie e si avvicina per dimensioni a città importanti. Qui, dove sono peraltro presenti presìdi di tutte le forze di polizia, quello che vogliamo fare è lavorare in squadra, confermando un dialogo saldissimo con le istituzioni».
I MILITARI
Secondo il prefetto di Milano, però, la presenza dei militari in certe zone a scopo preventivo, come riproposto anche di recente da alcune forze di opposizione, non sarebbe la cosa ottimale per una città come questa: «La nostra idea di controllo del territorio è quella di garantire il pronto intervento e non isolare porzioni di città. Un controllo insomma dinamico, che risponde meglio ai bisogni dei cittadini».
ALCOL E DROGA
Tema su cui si è invece soffermato un po’ di più quello dei giovani e della prevenzione di certi eccessi: «Il tema dell’abuso di alcol sta investendo purtroppo sempre di più i minorenni. Per questo motivo c’è la volontà di svolgere pressanti controlli sugli esercizi pubblici affinché non vengano somministrati alcolici a minori. Chi incorre in violazioni deve sapere che rischia progressivamente gravi sanzioni fino alla revoca della licenza. I controlli sui luoghi divertimento sono finalizzati appunto al fatto che restino luoghi “sani”». Collegato a ciò il problema dello spaccio: «Per dimensione Legnano va molto vicino alle grandi città e per questo è investita dagli stessi problemi, come il consumo e lo spaccio di droghe. Negli ultimi tempi c’è stata, in generale, una ripresa incredibile della domanda di stupefacenti, cui è seguita un’immediata risposta dell’offerta. È un tema che non richiama solo il controllo del territorio e la repressione, ma anche la prevenzione e il recupero delle dipendenze. Tocca all’intera società controllare e contiamo sulla forte alleanza con le scuole. Abbiamo in sostanza fiducia nei giovani, ma serve una forte collaborazione tra tutti gli attori in campo».
LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
Ulteriore tassello: lo spaccio finanzia sempre la criminalità organizzata. E oggi non si dice più che qui le mafie non sono presenti: «A distanza di oltre dieci anni, molti condannati del processo Infinito - ha rilevato Saccone - sono tornati in libertà, ma l’attenzione rimane sui territori dove ci sono stati importanti arresti e condanne. Non ci concentriamo più solo su grandi opere e appalti pubblici, ma anche su piccole attività private. Non c’è area in cui non può non esserci un interesse delle mafie. E noi vogliamo migliorare la nostra attività di vigilanza».
Se il 2022 è stato un anno straordinario per la ristorazione e le attività ricettive («tutti avevamo bisogno di respirare dopo la pandemia»), ecco che anche questo settore dovrà essere monitorato: «Insieme alla Procura antimafia, alla Dia e al locale comitato antimafia facciamo affidamento sul sistema che partirà il prossimo febbraio che permetterà di incrociare i contenuti delle banche dati e di fare controlli meno a campione e più “matchati”: saranno considerati una decina di indicatori, fra cui età, residenza, capitali dei titolari, in modo che possano scattare alert per eventuali situazioni anomale con ricorso, per esempio, a prestanomi».
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