LA TRAGEDIA
«Vanessa era felice»
Sofia doveva incontrarla ieri per un aperitivo. L’amica travolta da una valanga in Val Formazza. Due pagine sulla Prealpina oggi in edicola

«Non riesco neppure a pensare che lei non ci sia più. È una cosa così terribile che mi sembra irreale. Sarebbe dovuta venire da me proprio oggi alle 18: guarda qui». È sconvolta, Sofia, mentre estrae dalla borsa la sua agenda. L’indice della mano destra apre la pagina dell’8 gennaio e poi scorre giù, verso il fondo, sino a raggiungere la scritta «Aperitivo con Vane», evidenziata in rosa. L’appuntamento è saltato, saltato per sempre.
Il corpo di Vanessa, la trentenne di Origgio travolta, domenica, da una slavina in Val Formazza, è stato estratto senza vita dal soccorso alpino. Poco dopo i soccorritori hanno rinvenuto anche quello del suo compagno, Roberto Biancon, che la forza della neve aveva trascinato fin sotto, nel lago di Toggia, bacino artificiale per la produzione di energia elettrica, situato a monte di Riale, la frazione più settentrionale del Piemonte.
«UNA SUPER SPORTIVA»
Vanessa e Roberto amavano moltissimo la montagna e chi li conosceva non ha alcun dubbio sul fatto che l’incidente non possa essere frutto di una loro imprudenza. Sofia, l’amica di Vanessa, lo ribadisce a chiare lettere: «Era una super sportiva, amava la bicicletta e, appunto, la montagna. Ci andava quasi ogni fine settimana, sia d’estate che d’inverno, ma era perfettamente conscia che le imprudenze, in montagna, non sono ammesse. So che aveva preferito rinunciare a qualche scalata che le avevano proposto reputandola, appunto, non troppo sicura».
«TESTA SULLE SPALLE»
Era una ragazza con la testa sulle spalle e con i piedi ben piantati a terra, Vanessa Gatti: Sofia mostra una foto che l’amica le aveva inviato l’estate scorsa. Vanessa ha la montagna alle spalle e sorride felice, abbracciata a Eos, il suo amico a quattro zampe. Sotto una didascalia: «Le mie due fonti di vita», chiara allusione alla montagna e, appunto, al cane, da cui non si separava mai e che era con lei anche domenica, in quella gita che sarebbe stata la felice conclusione delle festività natalizie.
«SOLARITÀ CONTAGIOSA»
Era il sorriso, secondo Sofia, uno dei punti di forza di Vanessa: «Quando sorrideva, gli occhi le diventavano piccoli piccoli e sulle guance le si formavano due fossette. Sembrava una bimba. La sua era una solarità contagiosa». Vanessa Gatti era figlia unica.
Di recente, per un certo periodo, aveva vissuto con la madre, con la quale aveva un rapporto bellissimo. Ma era ormai giunto il tempo d’imboccare una nuova strada, pur mantenendo lo stretto legame con la madre: «Aveva comprato casa e proprio in questi giorni, finalmente, si sarebbe dovuta trasferire per iniziare una nuova vita, come era giusto che fosse. L’avevo sentita al telefono ed era molto, molto felice. Mi aveva promesso che mi avrebbe raccontato tutto proprio questa sera (ieri lunedì 8 gennaio,Ndr), durante l’aperitivo», conclude l’amica. Mentre Sofia richiude l’agenda, la foto di Vanessa che abbraccia Eos scappa da una pagina.
Sul retro Sofia le ha scritto una dedica, con la stessa penna dall’inchiostro rosa con cui aveva segnato il loro appuntamento di ieri: «Abbiamo fatto tanta strada insieme e, come ti dicevo sempre, eri diventata una donna incredibile. Era così bello vederti sorridere. Ti si illuminava tutto il viso. Ciao Vane, avrai sempre un posto speciale nel mio cuore».
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