LA TRAGEDIA
«Leonardo amava la vita»
La sorella Martina ricorda il giovane morto sulle montagne lecchesi

«Sii costante come l’acqua che leviga una roccia, stabile come le radici che sostengono un albero e libero come le correnti del vento». Così scriveva su Instagram Leonardo Di Virgilio, il venticinquenne che ha perso la vita domenica mattina scivolando lungo la cresta della montagna sul ramo lecchese del Lario, e in questo modo ha concluso un’esistenza animata da tante passioni, prime fra tutte quelle per lo sport e per la natura. Libero come le correnti del vento, mentre faceva quello che più amava: camminare in montagna sentendo profondamente la sua appartenenza al mondo e alla vita.
Leonardo, che avrebbe compiuto 26 anni il 22 settembre prossimo, era originario di Cardano al Campo, ma, dopo avere vissuto in provincia di Como, a Cadorago, dallo scorso settembre s’era trasferito ad Arcisate, paese che aveva scelto per avvicinarsi a Mendrisio, dove lavorava come giardiniere.
«Leonardo aveva una grandissima passione per la vita - racconta, con la voce spezzata, la sorella Martina, più grande di lui di sei anni -. Mio fratello pensava che nulla accada per caso, anche queste cose così gravi, e diceva spesso che la vita è, al dieci per cento, quello che ci succede, mentre, per il novanta per cento, è forgiata da come reagiamo a quello che ci succede. Lui credeva molto in questo». Un ragazzo solare, determinato, che concedeva al caso solo una piccola parte dell’esistenza, anche se proprio una fatalità ha giocato un ruolo determinante nella sua vita, facendolo precipitare mentre scendeva lungo la pendice del monte Due Mani.
«Io ero sempre un po’ scettica di fronte a queste sue convinzioni sulla vita - aggiunge Martina -, ma adesso voglio pensare che avesse ragione lui. Leonardo era un po’ più piccolo di me, ma tutti, in famiglia, avevamo molto da imparare da lui. Mio fratello non ha mai vissuto nel rancore per nessuno, il suo animo era fondamentalmente buono. So che, in queste situazioni, si dice spesso, ma lui era veramente così. Amava la vita e lo esprimeva in tutti gli ambiti, dal lavoro alla vita personale, all’amore per la natura e per lo sport, al rispetto per gli altri».
Leonardo era molto attaccato alla famiglia: a parte a Martina, anche al fratello più piccolo Gabriele, di soli 15 anni, a mamma Vanessa e a papà Francesco. E poi nel 2020 era arrivato il nipotino Elia, figlio di Martina, e la sua vita si era arricchita di un affetto particolare, che lo aveva elevato al ruolo di zio, orgoglioso e pieno d’amore per questa creatura vivace e dai capelli biondissimi. Elia, abituato a giocare e a essere abbracciato da questo zio super energico, adesso sentirà tanto la sua mancanza. «Leonardo ci diceva sempre che traeva tanta forza dalla famiglia - aggiunge ancora Martina -. Adesso credo vorrebbe che fossimo noi a trarre forza da questa tragedia e ancora da lui». Sarà sempre Leonardo, con il suo spirito indomito come i venti di montagna, a dare ora sostegno a tutti.
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