DOPO LE CONDANNE
Limido, 8 mesi senza DoRa. Farà lavori socialmente utili
Il leader dei Dodici Raggi chiede di svolgere servizio nei cimiteri: «Potrei continuare il mio lavoro di ricerca storica alla scoperta degli eroi dimenticati»

Alessandro Limido, presidente dei DoRa, dovrà svolgere lavori socialmente utili per otto mesi, forse facendo pulizia e manutenzione nei cimiteri. Non potrà uscire dopo le 20 e non potrà partecipare alle riunioni della Comunità Militante dei Dodici Raggi, un paio di mesi fa finita nel mirino di poliziotti della Digos e carabinieri del Ros nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Varese su apologia del fascismo e propaganda discriminatoria su base razziale.
AFFIDAMENTO IN PROVA
Lo prevede la misura alternativa alla pena disposta dal magistrato di sorveglianza che nei giorni scorsi ha accolto la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali presentata dal suo difensore, Gabriele Bordoni, dopo che, a ottobre 2024, a Limido era stato notificato un ordine di esecuzione di otto mesi di reclusione. In realtà, il leader del gruppo di estrema destra, con sede ad Azzate, avrebbe dovuto scontare un anno e mezzo per quattro condanne (per apologia di fascismo, manifestazione non autorizzata e porto abusivo di armi), ma la pena è stata ricalcolata dalla Corte d’appello, in sede di incidente di esecuzione, in virtù della continuazione. La parola passa adesso all’Uepe (Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna) che tra una decina di giorni dovrà stabilire la modalità di svolgimento dei «lavori socialmente utili» prescritti dal magistrato di sorveglianza. Lo stesso Limido ha dato la disponibilità a fare servizio nei cimiteri («Tra una pulizia e una manutenzione, potrei continuare il mio lavoro di ricerca storica alla scoperta degli eroi dimenticati», precisa), ma la decisione spetta, appunto, all’Uepe. Il numero uno dei DoRa potrà continuare a lavorare, ma dovrà anche effettuare un servizio a favore della collettività, per un numero di giorni e ore che sarà stabilito dall’ufficio di viale Belforte.
CHIUSO IN CASA DI NOTTE
Tra le prescrizioni c’è l’obbligo di restare in casa tra le 20 e le 6, ma soprattutto – «vista la tipologia dei reati in espiazione e le informazioni delle forze dell’ordine» – il divieto di frequentare pregiudicati e partecipare alle riunioni dell’associazione da lui presieduta e ai cui componenti, nel blitz di giugno, sono stati sequestrati bandiere e stendardi con svastiche e fasci littori, libri legati al nazifascismo, mazze e pugnali. Così si spiega il messaggio postato sulla pagina Telegram dei DoRa: «A presto presidente! Otto mesi passano in fretta e sono soltanto una goccia del tuo sangue che è il sangue di tutti noi. Saremo qui ad aspettarti». Alla fine di maggio, nell’udienza del processo allo stesso Limido – accusato di aver diffamato il giornalista Paolo Berizzi, sotto scorta per le minacce ricevute dopo le sue inchieste sull’estrema destra – una dozzina di militanti dei Dodici Raggi si è presentata nell’aula del Tribunale di Varese indossando una maglietta con la scritta “Blut Orden” (Ordine del Sangue), una delle decorazioni più prestigiose del partito nazista.
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