UNA STRANA DOMENICA
Lisanza, il pensiero alla tragedia
Tavolini e spiaggia già affollati a inizio stagione due settimane dopo il naufragio e i quattro morti

Una normale e tranquilla domenica soleggiata, di quelle di inizio estate che hanno portato i turisti ad andare al lago per approfittare dei localini all’aperto, del pesce persico e dei primi timidi bagni. E che hanno indotto i residenti a sedersi al solito bar per godersi l’aperitivo e far due chiacchiere con gli amici di sempre.
VOGLIA DI SAPERNE DI PIÙ
Eppure ieri, domenica 11 giugno, nel piccolo rione di Sesto Calende affacciato sul Verbano, qualcosa di diverso c’era. Sì perché la tragedia di Lisanza, a due settimane di distanza, è ancora viva nelle conversazioni delle persone nonostante, dopo il recupero della barca affondata, non ci siano troppe novità da commentare. E lo si è capito facendo capolino tra gli habitué del locale di Lisanza più frequentato.
«Un vecchio amico è tornato dall’Australia, dove vive, per il mese di vacanza che si fa ogni anno qui e mi ha chiesto che cosa sapessi dell’incidente. I quotidiani ne hanno parlato anche là, ma voleva saperne di più», ha detto un avventore parlando con un uomo seduto allo stesso tavolino. E l’altro di rimando: «Io non ho mai visto in più di cinquant’anni di vita un tempo come quello di due domeniche fa. In dieci minuti si è scatenato il finimondo».
Quando poi il gruppetto di amici ha riconosciuto chi scrive, la voglia di saperne di più ha preso il sopravvento. «Ci sono novità? Ho letto da qualche parte che sono stati i servizi segreti ad aver silurato la barca per nascondere chissà che traffici. È vero?». E poi ancora, impazienti di capire se La Prealpina fosse al corrente di nuove informazioni. «Come sta lo skipper, Claudio Carminati, giusto? Lo sapevi che sono arrivati anche i giornalisti israeliani? Con uno ci ho parlato. Hanno girato per dei giorni con la telecamera». L’arrivo di un altro cliente ha incrementato le domande. «Quanti anni aveva la cagnolina del proprietario della barca? Era vecchietta, vero? Lo sai se l’imbarcazione era stata modificata dal proprietario?».
Insomma, questa curiosità per una vicenda tragica, dai risvolti indubbiamente fumosi, che ha lasciato dietro di sé quattro vittime, un uomo che ha perso contemporaneamente moglie, lavoro e luogo in cui vivere, scuotendo la comunità e facendo il giro del mondo, è legittima. Anche perché, come ha sottolineato un altro avventore del locale lisanzese, «A mia memoria non si era mai verificata sul Lago Maggiore una sciagura del genere».
Disastro che, oltre alle conseguenze che verranno stabilite dagli inquirenti, sta avendo effetti anche sulla vita delle persone che tutti i giorni vivono a stretto contatto del Verbano.
MEGLIO ESSERE SICURI
«Faremo una gita in barca per l’addio al celibato di un amico», ha raccontato un ragazzo di Angera mentre si stava godendo il sole nella spiaggia di Lisanza, tra le mete più conosciute dalle persone della zona. «Ho organizzato tutto io prendendo un’imbarcazione a noleggio con lo skipper. L’altro giorno ho telefonato al cantiere per farmi rassicurare sulla conformità del mezzo. Con quello che è successo, meglio essere sicuri». Sicurezza che invoca anche il proprietario di uno dei ristoranti del rione. «Bisogna rispettare le regole della navigazione», ha detto l’uomo. «Ho saputo da alcuni clienti che alle 17 era stato diramato l’ordine di rientrare, ma tanti non l’hanno osservato». Insomma, un incidente che ha lasciato il segno.
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