L’INIZIATIVA
Bus navetta per le carceri
Servizio di trasporto da stazioni e aeroporti lombardi per agevolare la visita dei famigliari dei detenuti

Un servizio di bus navetta che garantirà il collegamento da stazioni e aeroporti, quindi in prospettiva dalle stazioni di Milano e da Malpensa. Partirà nelle prossime settimane il progetto pilota ideato da un ex detenuto mentre era in cella e che, questa è l’intenzione, potrebbe allargarsi in tutta Italia. Si tratta di un servizio di trasporto, chiamato ‘41 bus’, dedicato ai parenti di chi è in prigione, in gran parte donne e con bambini, e che spesso hanno difficoltà a raggiungere le carceri, spesso situate fiori dai centri urbani.
A metterlo a punto è stato Bruno Palamara, seguito dall’avvocato Beatrice Saldarini, con lo scopo di migliorare le condizioni di vita di chi è dietro le sbarre. In quattro anni di reclusione ha studiato il modo per risolvere un problema molto sentito dai detenuti, ossia quello dei colloqui con i famigliari che di solito vivono lontani e che spesso sono costretti, per dirla con le parole del legale, a “viaggi della speranza”.
Ecco allora che il giovane, una volta libero, ha trovato gli sponsor che lo hanno aiutato a mettere in piedi una apposita app con cui poter pianificare, senza costi esorbitanti per gli utenti, la trasferta dei famigliari da casa fino al carcere di destinazione, in base agli orari del colloquio. Carcere che sarà servito anche da una rete di navette con il logo ‘41 bus’, che garantiranno appunto i collegamenti con stazioni o aeroporti fino alla casa di reclusione, «il tratto più difficoltoso» da organizzare.
Per iniziare il servizio sarà operativo per gli istituti di reclusione di Opera (dove sono rinchiusi diversi detenuti condannati a Varese e Busto Arsizio) e di Voghera, ma l’intenzione è di estenderlo.
Parlando di carceri, torna anche l’allarme per il sovraffollamento dei Miogni di Varese e della struttura penitenziaria di Busto.
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