L’ANNUNCIO
«Lombardia da zona arancione. Ma resta rossa»
Il governatore Fontana a Mattino 5: indice dei contagi in calo. Il merito è dell’ordinanza regionale del 22 ottobre

«Noi abbiamo già iniziato una fase di leggero ma significativo miglioramento. Il nostro Rt è sceso in maniera sostanziale, tanto che in base ai numeri noi rientreremmo oggi in una zona arancione».
Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in collegamento con Mattino 5.
«È ovvio - ha spiegato Fontana - che, in base al Dpcm, una questione di cautela impone che quando si entra in una certa zona si debbano confermare i dati per due settimane, quindi noi fino al 27 novembre resteremo in zona rossa. Credo che sia meglio un po’ di cautela all’inizio che dover poi rincorrere una ripartenza della corsa del virus. È meglio cercare di metterci in sicurezza. Anche perché dobbiamo fare il Natale e dobbiamo farlo con una certa libertà».
Quanto al calo sensibile dell’indice dei contagi (Rt), lo stesso Fontana ha spiegato che «questi miglioramenti non sono determinati dal lockdown dello Stato, perché gli effetti di una misura si vedono dopo almeno 15 giorni. Adesso stiamo vivendo i risultati che derivano all’ordinanza della Regione Lombardia del 22 ottobre. Tra qualche giorno inizieremo a vedere i risultati del lockdown nazionale».
«L'evoluzione dell’epidemia - ha proseguito il governatore lombardo - parte dal fatto che non è che improvvisamente si annulli tutto. Noi abbiamo avuto una salita costante e anche molto violenta dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive. Adesso siamo in una fase in cui c'è un aumento ma molto più ridotto. Diciamo che siamo arrivati in cima a questa sorta di montagna, adesso siamo in una fase in cui camminiamo in pianura e presto inizierà la discesa».
Fontana poi ha aggiunto alcune riflessioni sui dati statistici di difficile interpretazione.
«Ci sono una serie di parametri che sono difficili da interpretare. Quello legato al tracciamento ad esempio, nel momento in cui si superano certi numeri è praticamente impossibile».
Tali parametri - ha aggiunto - «anche noi non sappiamo bene come vengano tramutati in una valutazione. Noi sosteniamo che i cinque che abbiamo indicato siano i più logici e gli unici sui quali non ci sono dubbi interpretativi. L'altro aspetto che noi riteniamo fondamentale è che non si debba guardare ai dati di 15 giorni fa ma si deve fare invece una previsione di quelli che verranno in futuro, di quella che sarà l’evoluzione prevista degli scienziati. Si deve parlare quindi - ha concluso - su dati aggiornatissimi».
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