LA TRATTA
Stop al business dei cuccioli
Chip obbligatorio e sanzioni severe. Tovaglieri: «Basta sofferenze»

Un business gigantesco. Che, solo in Italia, stime al ribasso, varrebbe la bellezza di 300 milioni di euro l’anno (fonte Coldiretti).
Il commercio abusivo di cani e gatti va stroncato. Di questo è convinto il Parlamento europeo che ha approvato una risoluzione quasi all’unanimità con 607 voti favorevoli, 3 contrari e 19 astensioni.
PIÙ ADOZIONI
Per proteggere il benessere degli animali, il piano d’azione dell’Ue prevede una serie di misure che vanno applicate nei Paesi membri e, a cascata, in tutti i territori di riferimento, quindi anche in Lombardia e in provincia di Varese dove ci si dovrà attenere a precise prescrizioni che sono le seguenti: 1) sistema obbligatorio di registrazione di cani e gatti, 2) riferimento solo agli impianti di allevamento commerciale definiti dalla Ue, 3) migliore applicazione della normativa esistente con sanzioni più severe, 4) incoraggiamento dell’adozione piuttosto che l’acquisto di animali domestici.
TRATTE CLANDESTINE
Sembrano regole semplici, quelle stabilite dall’Ue, ma troppo spesso vengono disattese se si considera che ogni mese vengono scambiati tra i Paesi dell’Unione europea circa 46mila cani, la maggior parte dei quali non è registrata.
Spesso i traffici avvengono tra gli Stati dell’Est e principalmente Lombardia e Piemonte. Tratte clandestine in cui gli animali sono costretti a sopportare sofferenze e maltrattamenti, oltre che essere un pericolo per la diffusione delle malattie.
Quattro anni fa fu stroncato un traffico di cuccioli nell’alto Milanese proprio da alcuni paesi dell’Est.
ANIMALI INDIFESI
La risoluzione mira a rendere la vita difficile a chi sfrutta gli animali per ottenere un tornaconto.
«Il nostro gruppo si è espresso con convinzione a favore del documento perché rappresenta un metodo efficace per contrastare il commercio illegale degli animali», commenta Isabella Tovaglieri, rappresentante della Lega.
«Vogliamo risparmiare sofferenze atroci e inutili ai cuccioli. Spero che ora l’invito che arriva dall’Ue sia raccolto da tutti gli Stati membri», rilancia la parlamentare di Busto Arsizio.
«Non ci tiriamo indietro di fronte a un argomento così importante - conclude - e non abbiamo nessun approccio ideologico perché ci sta a cuore il benessere di questi animali indifesi».
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