RABBIA E PROTESTA
«Riaprite l’ufficio postale»
Nessuna risposta della società a Sant’Antonino dopo la raccolta firme

«Poste Italiane fa orecchie da mercante, se ne lava le mani dei nostri disagi». C’è ancora amarezza, ma soprattutto rabbia, nelle parole di Carmine Santangelo, promotore insieme a Paolo Airoldi, della petizione popolare che nella scorse settimane ha portato a raccogliere trecento firme tra gli abitanti di Sant’Antonino infuriati per la chiusura dell’ufficio postale. Quello appunto situato in via Madonna con tanto di avviso di chiusura temporanea datato 19 marzo 2020, in pieno lockdown: dopo oltre quattro mesi ha ancora le serrande abbassate. D’altronde l’intento della raccolta firme era chiaro, ovvero sensibilizzare i vertici di Poste Italiane a livello regionale, ma soprattutto nazionale, a tenere aperti gli uffici postali dei comuni più piccoli o delle frazioni in un momento di grande difficoltà, soprattutto di trasporto, per la popolazione anziana.
Qualche settimana fa si è risolto il problema a Ferno con la riapertura a pieno regime dell’ufficio postale di via Aldo Moro mentre è ancora a singhiozzo e a giorni alterni la situazione a Sumirago. Resta il fatto che l’ufficio di Sant’Antonino è desolatamente chiuso nonostante la proposta dei promotori della raccolta firme di tenerlo aperto almeno a giorni alterni in questo mese di agosto e riprogettare un’apertura il più possibile completa, con ritorno alla normalità, nel mese di settembre.
Fermo restando che in questa battaglia gli abitanti di Sant’Antonino non sono soli, c’è il pieno sostegno da parte dell’amministrazione comunale e del primo cittadino Nadia Rosa, che ha avuto diversi colloqui con i promotori della raccolta firme e ha fatto forti pressioni su Poste Italiane. Il tutto con la consapevolezza che si tratta di una decisione di competenza nazionale, su cui il comune può fare davvero poco, ma riuscendo a ottenere l’assicurazione che l’ufficio postale di via Madonna di certo riaprirà. Sicuramente un passo avanti importante ma dopo quattro mesi per gli abitanti le promesse non bastano. Anche perché, soprattutto in agosto quando le famiglie si prendono qualche meritato giorno di vacanza al mare o in montagna, gli anziani rimangono troppe volte soli. Non hanno l’ufficio postale vicino casa e devono andare gioco forza a ritirare le pensioni o a pagare le bollette nell’ufficio postale del capoluogo Lonate Pozzolo, in piazza San Francesco.
Oggi tra i promotori della raccolta firme si stanno studiando nuovi mezzi ed iniziative di pressione. Conclude Santangelo: «Non abbiamo ancora deciso niente ma si sta ragionando se riproporre una seconda versione della raccolta firme o fare nei prossimi giorni un sit in silenzioso e dignitoso di protesta davanti all’ufficio postale lonatese con l’obiettivo di avere risposte da Poste».
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