TRIBUNALE
L’ordine, il pagamento, il pellet svanito: chieste tre condanne
Angera: truffa del pellet, processo alla stretta finale. Il pm chiede 2 anni e 6 mesi. Le vittime sarebbero state oltre 160
Una vicenda giudiziaria che sembrava essersi sgonfiata, dopo anni di rinvii e decine di querele ritirate, è invece arrivata alla sua stretta finale. Davanti al giudice Alessandra Sagone si è tenuta la discussione conclusiva del processo sulla cosiddetta “truffa del pellet”, la vicenda che tra il 2019 e il 2020 coinvolse oltre 160 consumatori tra il Varesotto e il Novarese. I quattro imputati rispondono di concorso in truffa per aver incassato pagamenti per bancali di combustibile mai consegnati, attraverso i punti vendita di Angera e Pombia e il sito riconducibile alla società Eicom s.r.l., con sede dichiarata in provincia di Parma.
«Deposito senza rapporti con la società»
Il pubblico ministero ha chiesto la condanna per tre dei quattro imputati: 2 anni e 6 mesi di reclusione più 250 euro di multa per ciascuno, tenuto conto della recidiva specifica contestata. Per il quarto imputato, che aveva messo a disposizione un deposito utilizzato dalla società e ha sostenuto in aula di aver avuto con essa un semplice rapporto professionale, il pm ha chiesto invece l’assoluzione, formulata in via dubitativa sulla reale partecipazione ai fatti.
Le difese: «Nessun imbroglio: assoluzione»
La posizione degli imputati resta coerente con quanto sostenuto fin dall’inizio del processo: nessuno di loro avrebbe avuto l’intenzione e la volontà di commettere una truffa e le mancate consegne del pellet sarebbero state provocate da difficoltà economiche in cui si sarebbe dibattuta la società. Di conseguenza le difese hanno chiesto l’assoluzione di tutti gli assistiti. Inoltre, su oltre 160 presunti truffati, solo una quindicina di persone hanno deciso nel tempo di non rimettere la querela, mentre soltanto tre parti offese si sono costituite parte civile.
Il quadro ricostruito nelle indagini rimane però quello già emerso all’apertura del processo: tra l’estate e l’autunno 2019 numerosi clienti ordinarono bancali di pellet, con importi dai 139 ai 1.500 euro, senza ricevere poi alcuna consegna. I due punti vendita furono chiusi rapidamente e, dopo i pagamenti, nessuno rispose più a telefonate ed e-mail. Secondo il capo d’imputazione, gli imputati avrebbero “simulato l’esistenza di un’effettiva organizzazione aziendale” e messo in vendita quantità di combustibile “in realtà inesistenti”.
Sentenza nel gennaio 2026
Con la discussione finale, il procedimento entra ora nella sua fase decisiva. La sentenza è attesa per la metà di gennaio del 2026: a quella data il giudice Sagone ha rinviato infatti il processo per eventuali repliche delle parti. Dopo quattro anni di udienze, rinvii e ridimensionamenti, l’esito di una delle vicende più estese di presunta truffa ai consumatori del territorio sta finalmente per essere messo nero su bianco.
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