IL COLLOQUIO
Luca Marsico: «Io sindaco di Varese? A disposizione»
È stato consigliere regionale e assessore in Provincia: gira il suo nome per le elezioni comunali del 2027. «Sono gratificato dall’ipotesi: forse qualcuno conserva un buon ricordo, ma la mia non è una autocandidatura»

Davvero gira il mio nome? La cosa mi fa sorridere, un sorriso di gratificazione perché più gli anni passano e segnano la mia distanza dalla politica attiva meno mi aspetterei di trovare indicazioni sulla mia persona per l’impegno nella città di Varese». Torna, non torna, si candida, anzi no. Dal 2018 a oggi tante volte si è fatto il nome di Luca Marsico come candidato sindaco di Varese o come “uomo di punta” del centrodestra varesino. «Perché Varese è di centrodestra». Anche oggi, sebbene la scadenza naturale del mandato sia nel 2027, si parla di lui. La Prealpina ha pensato così di chiedergli che cosa ne pensa di questa ipotesi. «Una cosa gratificante, forse qualcuno conserva un buon ricordo della mia attività amministrativa come io conservo di quel periodo un grande affetto». Marsico, 60 anni, sposato e padre di tre figli, avvocato e fiero dell’essere stato carabiniere ausiliario durante il servizio militare (suo padre, Agostino Marsico, 90 anni è stato mitico comandante del carabinieri di Malnate), rispetto all’ipotesi di tornare nell’agone politico, per la prima volta dopo anni, dà una risposta diversa. Non è un “no, grazie”. Anzi.
«A DISPOSIZIONE»
Dice che è disposto a mettere la sua esperienza «a disposizione» e che «il bene supremo è quello della città». «Se Varese dovesse avere bisogno di me, farei di certo delle riflessioni, anche per collaborare con Matteo Bianchi o Giossi Montalbetti (i nomi dei candidati sindaco del centrodestra usciti finora, ndr), non disdegnerei la proposta». Dunque un capitolo chiuso, ma che potrebbe riaprirsi, con tutti i distinguo del caso, quello della politica per Luca Marsico che è uscito da Forza Italia da più di un lustro (ultimo incarico presidente di commissione regionale).
POLITICA E PARTITI
Che farà se verrà contattato? «Mi viene da dire, domandare è lecito e rispondere è cortesia... sarò assolutamente cortese con chi dovesse contattarmi per eventuali progetti per Varese anche se vorrei dire - e spero di non risultare supponente - che non ho alcuna velleità di dover necessariamente trovare uno sbocco politico». «Sono lontano da politica e partiti pur seguendo con costanza gli eventi e gli sviluppi politici - specifica -. Se qualcuno dovesse pensare che Marsico per la sua esperienza dovesse essere un valore aggiunto per la città o se un candidato sindaco dovesse contattarmi per utilizzare la mia esperienza, sarei già fin d’ora a disposizione». L’ambito di azione, quello del centrodestra: «Sono ben piazzato con entrambe le estremità in quell’area politica». Marsico sottolinea di avere amici «in Forza Italia, in Fratelli d’Italia, nella Lega e in ambito civico», nega di stare rientrando in Forza Italia, come invece si vocifera («conosco e stimo il segretario provinciale Longhini e ho condiviso in passato battaglie politiche con lui») ma sottolinea che se dovesse «avvicinarsi alla politica attiva in senso più ampio» non significherebbe per forza «diventare organico a un partito». E qui spunta l’ipotesi di un ruolo civico. «Posso incarnare il ruolo di figura civica? Mi incasello in un ambito civico per la mia situazione attuale ma avendo fatto politica per tanti anni so che non si può mandare sottotraccia il valore dei partiti nei quali si declina la città democratica, anche se l’aspetto pratico diventa meno importante rispetto allo scenario nazionale».
«NON DO GIUDIZI»
Veniamo alla sua Varese, che cosa pensa della città sotto l’amministrazione Galimberti? «Non mi piace parlare degli amministratori senza il loro contraddittorio, mi ha sempre infastidito e dunque non voglio infastidire, credo comunque che l’amministrazione Galimberti come tutte le esperienze sia perfettibile».
«NON COME UN A.D.»
Poi sottolinea di stimare il collega avvocato Galimberti ma dice anche che «Varese andrebbe amministrata con un amore meno algido». Poi, l’affondo: «Galimberti agisce più come amministratore delegato di una società per azioni che come amministratore pubblico». «In questo momento, dal mio punto di vista, il sindaco esprime una amore per la propria città un po’ freddo - commenta - nella gestione politica, vorrei un sindaco che dimostri di avere un cuore più grande, il che non significa che Galimberti non ami la sua città, ci mancherebbe altro, ma vorrei un sindaco che sapesse trasmettere l’entusiasmo in modo differente».
«CONTEMPERARE»
Ci spieghi come dovrebbe essere, secondo lei, il sindaco di Varese. «Credo debba esprimere il giusto contemperamento tra il riferimento interno e quello esterno. Mi spiego meglio: se qualcuno guarda e sente in modo esclusivo solo le proprie idee, non va bene così come non va bene se ascolta troppo le persone che lo circondano, bisogna mediare tra questi due poli». E Galimberti non lo fa? «Non ho detto questo. Ho detto come credo un sindaco si debba comportare». Della giunta, che cosa pensa? «Credo vi siano persone valide e capaci, non mi chieda di fare nomi, perché poi con gli esclusi come la mettiamo... però una cosa vorrei dirla. Mi piacerebbe essere una mosca per assistere non tanto alle riunioni di giunta quanto al pregiunta, quando in realtà le decisioni vengono prese».
«CANTIERI LUNGHI»
Che cosa non va a Varese? «Non mi ergo a giudice, di certo vedo una città dove un tempo c’era un certo decoro che oggi ha perso del tutto: le grandi opere vanno bene ma poi il cittadino vuole una Varese che abbia prima di tutto una certa eleganza». Altro tema che Marsico solleva è quello della «cantierizzazione prolunagata». E cita largo Flaiano «dove una segnaletica diversa e potenziata da subito visto i tanti lavori in corso sarebbe stata di certo più utile e apprezzata».
© Riproduzione Riservata