EFFETTO COVID
Franco svizzero forte: grandi manovre
La divisa elvetica tenuta a bada dalla Bns ma i frontalieri sorridono

Oggi con 1 euro si comprano 1,1 franchi svizzeri, una cifra nella media degli ultimi anni ma, probabilmente, si tratta di un numero su cui influiscono alcuni movimenti finanziari che stanno agendo dietro le quinte.
Sulla scia della crisi del Coronavirus, nel 2020 la Banca nazionale svizzera (Bns) è infatti intervenuta massicciamente sui mercati delle divise, in misura maggiore di quanto avesse mai fatto, per contrastare il rafforzamento del franco.
Dopo l’esplosione della pandemia come capita sempre durante le crisi intenzionali, la moneta elvetica si era rafforzata e, con la stessa cifra di 1 euro, a marzo 2020, si potevano comprare solo 1,06 franchi.
Di conseguenza, per evitare un ulteriore rafforzamento, stando al rapporto d’esercizio pubblicato ieri, la banca centrale rossocrociata ha iniziato a comprare valute estere per 110 miliardi di franchi, a fronte dei soli 13 miliardi del 2019.
Dopo i 39 miliardi del primo trimestre, si arrivò addirittura ai 52 miliardi nel secondo, nel pieno della pandemia, per poi scendere a 11 e 9 miliardi negli ultimi due trimestri.
La cifra annuale risulta però molto elevata, superiore agli 86 miliardi del 2015, ai 67 miliardi del 2016 e ai 48 miliardi del 2017 e soli 2 nel 2018, cioè gli anni successivi all’abolizione della soglia minima unilaterale nel cambio franco-euro di 1,20 (15 gennaio 2015).
Già, ma quanto durerà?
Se lo chiedono, per esempio, i frontalieri varesini che, con un franco più forte, possono portare a casa anche 100-200 euro in più al mese, come avvenuto in passato. Per ora il cambio è congelato è uno stazionario attorno a 1,1, ma gli esperti ipotizzano, nel lungo periodo un ritorno al rafforzamento.
© Riproduzione Riservata