LO SDEGNO
Angelo vittima dei vandali al cimitero
Rotti i giochi sulla tomba di un bimbo senza nome “adottato” dalla comunità

Un atto vandalico accaduto alcuni giorni fa al cimitero di Luino ha suscitato davvero forti malumori nella comunità locale. E il disagio si è acuito nell’apprendere che la piccola tomba oggetto di queste “attenzioni” è quella di un bambino “speciale” per alcuni cittadini. «È una storia di solidarietà - racconta l’interlocutore che non desidera essere citato per nome - che non potrà essere offuscata da quanto compiuto su quella tomba. Bisogna partire dal principio, da quattro anni fa quando venimmo a conoscenza da una nostra amica che frequentava il cimitero per andare a trovare i suoi cari, che un giorno era arrivato un furgone dal quale era stata calata una piccola cassa bianca. Senza nessuno al seguito. Gli addetti seppellirono la bara e se ne andarono, ma era stato apposto un biglietto che invitava i congiunti a chiamare un numero di telefono. Passavano i mesi ma nessuno si faceva vivo, il biglietto rimaneva e l’erba cominciava a crescere mimetizzando la piccola tomba con il resto del prato, tanto che ignari frequentatori talvolta vi passavano sopra».
Da qui, il nostro interlocutore e i suoi familiari piano piano hanno voluto “abbellire” quel luogo con dei piccoli oggetti tipici per i bimbi fino al giorno in cui si recarono in Comune per chiedere se fosse possibile curare quel luogo sotto i due maestosi alberi, “adottando” simbolicamente quel bambino indipendentemente dalla sua storia che nessuno conosce, né giudica, perché non cambierebbe nulla per queste persone. Una signora regalò così i bordi marmorei e una piccola lapide, un incisore donò una targhetta in ceramica che recita il nome che alcune persone della comunità hanno voluto dare al piccolo: Angelo. Di nome e di fatto, dicono. Il tutto, una volta posato - appena prima della Vigilia di Natale - ha avuto il potere di “ingentilire” quel freddo pezzo di terra.
«Da allora - ripetono - chiunque passi al cimitero lascia un fiorellino, recita e dona una preghiera e soprattutto nessuno ci passa più sopra perché quel luogo ora è di Angelo. Nei giorni scorsi, tuttavia, abbiamo avuto l’amara sorpresa di trovare i ninnoli di ceramica donati, un cagnolino e una scarpina con i laccetti bianchi come quella che avrebbe indossato se fosse stato qui, entrambi rotti. Non è la prima volta che succede che spacchino o portino via i fiori e vogliamo ancora pensare che non siano gesti fatti di proposito. Che nessuno voglia togliere un segno di infanzia, un gioco tutto per lui sopra una terra che si fa cielo, la stessa infanzia che quel piccolo non ha mai avuto».
Tra i commenti di sdegno, alcuni aprono riflessioni che portano direttamente alla cronaca di ciò che accade in moltissimi cimiteri e non da ora: saccheggi di fiori e vasi, di rame, addirittura di innaffiatoi.
Da qui la richiesta senza polemica alcuna all’Amministrazione comunale da parte di alcuni residenti (taluni hanno pure raccontato la propria testimonianza rispetto ad atti che mai dovrebbero avvenire in un Camposanto) di pensare urgentemente alla possibilità di dotare il grande cimitero di telecamere. E farlo per tutti. Soprattutto per Angelo.
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